FRIGIDAIRE
IL NUOVO MALE
VINCENZO SPARAGNA
FRIGOLANDIA
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FRIGOLANDIA: Museo e redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE, rivista di satira diretta da Vincenzo Sparagna. Coordinamento e grafica Maila Navarra
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Giulio Regeni: la luce e il buio

Ultimo in ordine di tempo tra le autorità dello Stato italiano, Roberto Fico, presidente della Camera, uno dei rari dirigenti pentastellati disponibile al confronto anche con chi la pensa diversamente, si è recato al Cairo per chiedere nuovamente al presidente egiziano Al Sisi di facilitare le indagini giudiziarie sull'assassinio di Giulio Regeni. Richiesta sacrosanta visto che da due anni le autorità egiziane, magistratura inclusa, non hanno fatto altro che costruire depistaggi, scoprire falsi colpevoli, perseguitare gli avvocati della famiglia, far trapelare infamanti allusioni su fantomatici legami di Regeni con i servizi inglesi ecc. E tuttavia sospetto che anche questo viaggio non sia altro che una nuova "foglia di fico" (mi si perdoni il bisticcio linguistico) per nascondere la realtà di quella tragedia. Sulla quale purtroppo non è possibile "fare luce" perché tutto è sempre stato chiarissimo. Giulio Regeni, la luce e il buio. Testo di Vincenzo Sparagna, direttore di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Coordinamento e grafica di Maila NavarraRegeni, che conduceva una ricerca per conto dell'Università di Cambridge sulle organizzazioni sindacali clandestine in quel paese, è stato sequestrato dai servizi segreti egiziani, torturato per una settimana per cavargli ogni informazione possibile e poi lasciato cadavere su una strada periferica come ammonimento per chi volesse ancora investigare sui soprusi del regime. Un crimine orrendo ma non isolato, anzi negli ultimi anni perfino consueto in un Egitto dominato dal putridume della corruzione, dall'ipocrisia religiosa e dalla violenza. Del resto per avere un'idea della realtà sociale egiziana basta leggere qualcuno dei coraggiosi romanzi di 'Ala al-Aswani ("Palazzo Yacoubian", "Sono corso verso il Nilo" ecc.) pubblicati in Italia da Feltrinelli. Sorprende allora la "ingenuità" (o malafede?)

Festa della Rivoluzione a Frigolandia

Il 14 luglio del 1789 il popolo di Parigi, affamato e stanco dei privilegi dei potenti, assaltò il castello-prigione della Bastiglia, uccise i pochi guardiani che lo difendevano, liberò gli ultimi prigionieri che conteneva, infine lo diede alle fiamme e lo demolì pietra dopo pietra. Da allora quella data, 14 luglio, è rimasta a simboleggiare l’inizio della storia contemporanea e il trionfo degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. Naturalmente i grandi storici che si sono occupati di quella rivoluzione, come Jules Michelet, Jean Jaurès, Albert Mathiez, Georges Lefebvre, Albert Soboul, Alfred Coban, François Furet, ne hanno evidenziato anche le dinamiche interne, le mille contraddizioni, il conflitto tra la piccola nobiltà e la corona e quello tra il proletariato nascente e la borghesia, classe già cresciuta sotto l'ancién regime, trascinata suo malgrado nella lotta, ma che alla fine ne prese il controllo e ne ricavò i maggiori benefici. Festa della Rivoluzione a Frigolandia, sabato 14 luglio 2018. Testo di Vincenzo Sparagna, direttore di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Coordinamento e grafica di Maila NavarraComunque la si consideri la rivoluzione iniziata il 14 luglio del 1789 sta alla base di tutte le moderne dichiarazioni dei diritti, è il pilastro su cui si regge la nostra idea di civiltà e di uguaglianza universale tra tutti gli esseri umani indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalle convinzioni politiche o religiose. Per questo ogni anno a Frigolandia, la nostra repubblica immaginaria della fantasia, Museo dell'Arte Maivista, archivio storico e redazione di Frigidaire e Il Nuovo Male, celebriamo la data del 14 luglio in parallelo con i francesi che l’hanno proclamata dal 1880 giorno della Festa Nazionale. Ci ritroveremo per condividere e rilanciare le idee base della rivoluzione francese, ovvero libertà, fraternità, uguaglianza, che sono l’unico vero argine contro la barbarie che avanza nel mondo, sotto forma di fanatismi omicidi, di miopi e pericolosi nazionalismi, di vuote retoriche populiste, di squilli di guerra a occidente e a oriente

FRIGIDAIRE negli USA

Sottovalutata e spesso perseguitata in Italia, FRIGIDAIRE è invece considerata da molti intellettuali statunitensi tra le più significative riviste culturali del mondo. Giudizio confermato quest'anno dalla visita a FRIGOLANDIA di uno dei responsabili della prestigiosa UNIVERSITÀ di YALE. Dopo alcuni giorni di studio, conversazioni e letture il nostro nuovo amico americano, profondo conoscitore della cultura italiana ed europea, ha deciso di far acquistare all'Università da lui rappresentata l'intera collezione delle nostre pubblicazioni degli ultimi 40 anni. Dunque, oltre i 255 spettacolari fascicoli di Frigidaire, anche le collezioni complete di Cannibale, Il Male, Frìzzer, Vomito, Tempi Supplementari, Il Lunedì della Repubblica, Casting, La Piccola Unità, Il Nuovo Male, i nostri Albi, le Enciclopedie, i Poster, i libri scritti da noi o su di noi e altri testi editi e inediti. Della ampia documentazione trasferita a Yale fanno parte anche migliaia di articoli della stampa italiana ed estera sulla lunga avventura di Frigidaire, la storica corrispondenza FRIGIDAIRE nell'archivio dell'Università di Yale negli Stati Uniti. Testo di Vincenzo Sparagna direttore di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALEcon i lettori e un'ampia scelta di foto e immagini. Questo materiale verrà sistemato nell'università americana in modo da poter essere consultato e studiato da professori e allievi. Dunque da oggi per approfondire le imprese, le idee e le invenzioni di Frigidaire, oltre alla redazione, al museo e all'archivio storico che si trovano a Frigolandia, la ricerca può essere fatta anche a Yale. Questo gemellaggio ideale con una delle più importanti università del mondo ci fa naturalmente molto piacere, ma suggerisce anche amare considerazioni sulla stupidità degli ambienti accademici e politici italiani, che finora, con rarissime eccezioni, sono stati verso di noi indifferenti o ferocemente ostili. Basti pensare alla cancellazione di Frigidaire

Integrazione e integralismo

Lo jus sòli, jus culturae o come lo si voglia chiamare è certamente una misura di civiltà attesa in Italia da molto tempo. Tuttavia, grazie ai calendari parlamentari in ritardo di decenni, cade in un periodo particolare, dopo un lungo ciclo di feroci attentati terroristici compiuti da giovani islamici cresciuti in Europa, i quali, a differenza dei loro padri, sono, proprio grazie allo jus sòli presente in Francia, Inghilterra e altri paesi, cittadini europei. La radicalizzazione islamista della seconda generazione di immigrati musulmani non è un fenomeno trascurabile o passeggero. Come più volte sottolineato è la prova del fallimento di un modello di integrazione, per il quale culture religiose e abitudini di vita anche tra loro molto contraddittorie dovrebbero convivere in una sorta di "buon vicinato" fondato sul reciproco rispetto. Visione ingenua che si basa su un relativismo valoriale assoluto, per cui la società multiculturale sarebbe non la sintesi nuova e ricca, ma la semplice sommatoria delle differenze, ciascuna inattaccabile nella sua specificità. È una sedicente Testo di Vincenzo Sparagna direttore di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Disegno di Gianni Cossu, colori di Maila Navarra"integrazione" che non integra, anzi dis/integra, lasciando fanatismi e costumi arroccati nei loro recinti. Il limite di questo modello è divenuto evidente negli ultimi anni, perché l'integralismo islamico wahabita, che non è l'invenzione di qualche assassino fuori controllo, ma l'adesione letterale ai precetti del Corano praticata da comunità numericamente sempre più rilevanti, è in conflitto strutturale non solo con i valori civili delle società occidentali, figlie della rivoluzione francese, ma con tutte le altre fedi. Non a caso gli integralisti, pur dicendosi a volte, per puro tatticismo politico, rispettosi della legge, sono contrari ad ogni reale integrazione, che essi considerano

La guerra della carta igienica

In un'Italia sempre più egoista e stupida, c'è la guerra permanente della carta igienica. Ci si accapiglia su chi debba fornirla, si intrecciano complotti per ottenerne l'esclusiva per questo o quell'edificio pubblico, tribunali, ospedali, parlamento. E non solo ci si batte per la carta igienica, anche per la pulizia delle scale, la lucidatura dei vetri, la riparazione dei guasti idraulici, la tinteggiatura degli esterni e degli interni e mille altri servizi. A lottare l'un contro l'altro armati sono eserciti di avvocati e consulenti, esperti e mediatori, faccendieri e imprenditori d'assalto. Il bottino da conquistare sono i miliardi di euro degli appalti pubblici. Mentre le persone comuni faticano per poche centinaia di euro, fortune milionarie passano dallo Stato alle poche imprese private capaci di spuntarla in gare che si svolgono nell'oscurità di bandi e capitolati Testo di Vincenzo Sparagna direttore di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Vignetta di Giulianoelaborati apposta per loro. Tutto il sistema della spesa pubblica, non solo quella per cessi e affini, segue lo stesso percorso tortuoso e irto di trabocchetti. Praticamente, non c'è un solo euro che lo Stato spenda direttamente, oltre quelli per i suoi dipendenti (circa 3 milioni) e i pensionati (circa 18 milioni). Il resto viene impiegato in finanziamenti a enti vari che li usano per acquisti e appalti a ditte e imprese private. Ed è qui che si scatena la guerra. Per assicurarsi le mille fette della immensa torta si svolge ogni giorno una sfida senza esclusione di colpi. Corruzione di funzionari, sostegno a politici amici, offerte al ribasso per ricavare profitti dalla scarsa qualità e/o dallo sfruttamento selvaggio del lavoro e dei subappalti, tutto è lecito per impadronirsi in esclusiva, o dividersi in cordata, il denaro pubblico. Ogni tanto uno scandalo,

Fidel, patria y muerte

Ricordo un 26 luglio, festa nazionale cubana, in Plaza de la Revoluciòn all'Avana, era il 1974. Sin dalle prime luci dell'alba cortei e gruppi sparsi di giovani, donne, famiglie con bambini affluivano sul selciato vasto quanto una pianura. Su banchetti improvvisati si vendevano bibite e panini. Si celebrava, come ogni anno, l'assalto alla caserma Moncada di Santiago del 1953 guidato da Fidel, primo atto della rivoluzione che appena sei anni dopo, avrebbe cacciato il dittatore Batista. I discorsi dal palco cominciarono dopo mezzogiorno, la folla era già un oceano impressionante di fazzoletti e di bandiere. Parlarono per primi due membri del comitato centrale del Partito Comunista, discorsi retorici e burocratici, cui fecero eco deboli applausi rituali. Poi alla tribuna salì Fidel, accolto da un'ovazione travolgente. Testo di Vincenzo Sparagna direttore di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE: Fidel Castro e Che Guevara - patria y muerteDialogò con la moltitudine per quasi due ore su toni alti e appassionati non da capo di una piccola isola accerchiata, ma come un rivoluzionario irriducibile il cui orizzonte era l'America Latina e il mondo intero. Ricordò il martirio del Che, l'eroismo di Allende ucciso un anno prima, l'Africa in rivolta contro il colonialismo. Cuba nella sua visione era il centro di un progetto planetario di cambiamento. Mi trovavo in quella piazza come membro della "Brigata Internazionale di lavoro volontario Josè Martì", 300 giovani venuti da tutto il mondo per costruire strade e villaggi. Non c'ero andato seguendo il mito un po' salottiero della revoluciòn esotica, ma per scoprire dal vivo se la via caraibica fosse davvero diversa, come dicevano alcuni,

La festa dell’accoglienza

Sabato 26 novembre, come ogni anno, celebreremo nella Repubblica di Frigolandia il nostro Thanksgiving Day (Giorno del Ringraziamento). Siamo gli unici in Europa a onorare questa ricorrenza, che da quattro secoli è una festa tradizionale negli USA e in Canada. Il Thanksgiving Day ricorda infatti l'accoglienza generosa che i nativi canadesi riservarono ai padri pellegrini del Mayflower, approdati fortunosamente sulle coste di quella regione dopo un avventuroso e tragico viaggio tra le terribili tempeste dell'Atlantico. Quei pellegrini erano profughi: avevano lasciato l'Europa per sfuggire alle minacce di morte e alle persecuzioni contro il loro integralismo evangelico. Sarebbero morti tutti di fame, ma si salvarono grazie alla generosità dei nativi, che li nutrirono con grandi minestre di zucche e di fagioli (all'epoca sconosciuti in Europa) e li istruirono su cosa coltivare in quelle terre "selvagge e sconosciute". Fu solo grazie a questo aiuto che i profughi Thanksgiving Day a Frigolandia, sabato 26 novembre 2016poterono ottenere i raccolti abbondanti per i quali nel 1621 decisero di ringraziare Dio ogni anno. Il Thanksgiving Day di quest'anno ha un valore speciale, è un richiamo alla radice profonda del sogno americano che sembra oscurato e dimenticato, visto che l'elezione del miliardario Donald Trump alla presidenza USA è stata ottenuta sulla base di un bieco nazionalismo, agitando lo spettro dell'invasione dei migranti. Cosa davvero paradossale in un paese nato dalla più straordinaria e difficile fusione di razze e culture di tutto il pianeta. Ma il Thanksgiving Day è oggi ancora più importante nella nostra Europa, dove le destre xenofobe e razziste vogliono impadronirsi di un potere cui non sono mai state così vicine dalla caduta del nazifascismo. La verità è che un vento velenoso di odio soffia sul mondo. La crescita del capitalismo globale, pur allargando alcuni benefici del consumismo a paesi che ne erano esclusi, ha in realtà aumentato le distanze tra ricchi e miserabili, prodotto guerre,

La barbarie che avanza

I miei "uno, nessuno o centomila" lettori mi scuseranno se per una volta dimenticherò il saggio consiglio che mi diede anni fa la cara Rossana Rossanda (scrivevo allora per Il Manifesto). Leggendo la bozza di un mio articolo che si concludeva con previsioni molto amare, mi disse: "Perché scrivere se pensi che tutto sia negativo? Diffondi un pessimismo che non serve a nessuno". Era giusto. Così da allora, anche nell'analizzare le situazioni più ingrate, mi sono sempre sforzato di scoprire i segni di un futuro meno cupo. Ma oggi non me la sento. L'elezione di Donald Trump è infatti l'ennesima prova che l'intelligenza umana è travolta, a occidente come a oriente, da un vortice di fanatismi. Le bugie più assurde, ripetute "milioni di volte" come suggeriva il nazista Goebbels, Immagine di Gianni Cossu, pubblicata su FRIGIDAIRE n.225 di giugno 2010. Direttore Vincenzo Sparagna, coordinamento e grafica di Maila Navarravengono considerate da gran parte della popolazione verità indiscutibili. Moltitudini di persone schiave del consumismo e vittime di un egoismo malato, si affidano a leader che diffondono l'odio per lo straniero, il diverso, il profugo. La società dello spettacolo di cui parlava Guy Debord non serve più solo a controllare gli oppressi, contagia con la sua straripante superficialità anche gli oppressori. D'altra parte come stupirsene? Il desiderio di apparire, moltiplicato dai social media, circola come un virus nelle arterie della comunicazione: milioni di poveri cristi postano su facebook le foto delle vacanze, dei figli, dei fidanzati/e. I cinque minuti di celebrità di cui parlava Andy Warhol sono diventati il totem delle masse, invidiose e insieme fan dei più stupidi VIP, inclusi imbroglioni, assassini e mafiosi. Per questo considero una vera sciocchezza presentare la vittoria del miliardario razzista Trump come frutto di una genuina rivolta degli esclusi e dei disoccupati. Come per il terrorismo jihadista, del quale si dimentica spesso

Il SI e il NO: la sinistra sinistrata

Il termine politico "sinistra" è casuale. Dipende dal fatto che nell'Assemblea Nazionale francese, dopo la rivoluzione del 1789, i più radicali occuparono i banchi alla sinistra dell'emiciclo, mentre monarchici e moderati si accomodarono a destra. Sinistra e destra rappresentavano allora visioni opposte. Ma di quella differenza nell'Italia politica di oggi rimane ben poco. Destra e sinistra infatti accettano entrambe come unico possibile orizzonte il mercato e le sue regole. Solo che mentre la destra lo esalta, la sinistra si propone talvolta di mitigarne gli effetti più catastrofici, ma senza contestarne il predominio. Certo sopravvivono, a sinistra della sinistra, piccoli gruppi che dicono ancora di voler rovesciare il capitalismo, ma, non sapendo come farlo, restano prigionieri di una sterile nostalgia per il comunismo novecentesco, fallito sia nella cupa versione statalista che nella effimera figura consiliare. Vignetta di Ugo Delucchi, pubblicata su Il Nuovo Male n.23 di aprile 2015. Direttore Vincenzo Sparagna, coordinamento e grafica di Maila NavarraLa convergenza e mescolanza degli opposti fronti destra/sinistra è particolarmente chiara nella vicenda della riforma costituzionale. Chi sostiene le ragioni del SI (un opportunistico aggregato di ex destre ed ex sinistre) vuole solo rendere più rapide le procedure per legiferare, vista la crescente velocità dei mercati e le necessità della competizione internazionale. Chi fa campagna per il NO (un minestrone di destrissimi, sinistrissimi e grilli parlanti) dice di battersi in difesa della Costituzione, ma è interessato solo a far cadere il governo per rimescolare le carte del potere in vista di non si sa cosa. Il paradosso, che tutti tacciono, è che da almeno un quarto di secolo la Costituzione viene tradita e violata senza scrupoli dagli uni e dagli altri. La democrazia costituzionale ideata dai De Gasperi, Togliatti e Calamandrei si basava infatti su un Parlamento proporzionale che,

L’estate è anche inverno

L'estate dell'emisfero nord è l'inverno dell'emisfero sud e viceversa. Questa constatazione sembra ovvia. Eppure è una scoperta recente. Fino a pochi secoli fa gli uomini erano convinti che il pianeta fosse piatto, circondato da un misterioso oceano, e che sopra di esso ruotasse una immensa sfera celeste. Per questo quando Copernico e con lui Galileo osarono affermare che non era il sole a girare intorno a noi, ma l'esatto contrario, le loro verità provocarono scandalo. Non si riflette abbastanza su questo capovolgimento. In particolare sul fatto che l'intera storia del pensiero è stata condizionata dalla immaginaria centralità della terra. Prendiamo ad esempio l'idea della dimora di Dio. Per gli ebrei, i cristiani e i seguaci di Maometto Dio è sempre in alto, anzi nell'alto dei cieli. La Bibbia racconta che Mosè per conoscere i comandamenti di Geova si arrampica sul monte Sinai, Immagine di Maila Navarra, disegnatrice e grafica di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Articolo di Vincenzo Sparagnai Vangeli dicono che dalla croce del suo martirio Gesù si rivolge al cielo per invocare l'aiuto del Padre. Infine nei versetti di Maometto la distanza abissale tra il cielo e la terra si rappresenta plasticamente nel concetto di un Dio non padre degli umani, ma assoluto padrone e dominatore del mondo. Gli stessi greci, che pure avevano sviluppato un pensiero filosofico ricco e per tanti versi modernissimo, collocavano la dimora degli Dèi sul monte Olimpo, a contatto con le nuvole che sempre ne coprono la vetta. Naturalmente nel corso dei secoli l'alto e il basso sono divenuti concetti più metaforici che reali. Ma l'idea di una realtà terrena su cui volteggiano le divinità si è riprodotta

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