Mentre le ombre della notte s’allungano sulle colline dell’Umbria e il borgo di Giano appare come un villaggio di fiaba, appena illuminato da fioche luci nebbiose, penso a quel verso di Rilke “viene la sera camminando per l’abetaia tacita e nevosa”. Già, perché anche qui a Frigolandia la neve ha reso silenziosa l’abetaia. Da quasi 15 giorni siamo circondati da un muro candido. Naturalmente questo ha bloccato anche le nostre uscite di febbraio e così i numeri di Frigidaire e de Il Nuovo Male in edicola sono ancora quelli (del resto bellissimi) di gennaio. Ne parlavo giusto qualche giorno fa al telefono con l’amico Filippo Scozzari, chiacchierando sulle bugie del “rincoglionito” Vincino il quale, per giustificare l’orrendo pseudo Male che fa con Vauro, si è esibito in una recita piena di incredibili menzogne su di me*.
Fortunatamente qui, nel silenzio delle notti frigolandesi, mentre la neve cade a fiocchi lenti o veloci, larghi o sottili, creando paesaggi incantati, architetture effimere, queste cattiverie dolorose arrivano attutite, come colpi battuti contro una parete insonorizzata.
Frigolandia è anche questo: un’occasione per guardare il mondo, nel quale ovviamente siamo immersi come tutti, da una lontananza immaginaria.
Prendiamo questa emergenza freddo che ha creato tanti disagi. Penso che il vero turbamento che provocano eventi come questi sia non tanto la loro realtà concreta, quanto il loro apparire incongrui rispetto al ritmo frenetico e assurdo del vivere contemporaneo. Le file di autotreni bloccati dal ghiaccio sono – ad esempio - ammonimenti su quanto la nostra vita dipenda da un sistema di trasporti allucinante. La società delle merci è oggi una società delle merci viaggianti, che vive eternamente in corsa, a volte senza alcuna necessità. Naturalmente non potremmo tornare ai ritmi lenti del medioevo. Troppo urbana è la nostra civiltà per predicare una nuova impossibile autosufficienza. Eppure è proprio in occasioni come questa che dovremmo aprirci almeno al dubbio. Non siamo forse arrivati a una società troppo dominata dalla cinetica, dalla velocità, dall’idolatria del mercato? Non è forse da ripensare l’intero ciclo della vita?
Pensiamo al freddo di queste settimane che ha ucciso in Europa centinaia di persone senza casa… pur essendoci solo in Italia milioni di case vuote. Se non fossimo tutti presi dalla tenaglia del vivere quotidiano dovremmo interrogarci su questo stridore di ingiustizie.
* Ad alcune delle incredibili e offensive bugie di Vincino ho già risposto su questo sito. Purtroppo se ne sono aggiunte altre, talmente surreali che mi sembra un esercizio inutile continuare a rispondergli. La sua è la versione caricaturale della tecnica stalinista della calunnia inventata per seminare il dubbio proprio per la sua enormità. Fortunatamente siamo in presenza di un microstalinismo da barzelletta. Basta sfogliare la collezione del Male storico (1978-1981) o il Frigidaire dei primi sei anni (cui lo stesso Vincino collaborava) per rendersi conto delle sue inverosimili falsità.

Nelle immagini: le copertine di Frigidaire n.240 e de Il Nuovo Male n.4 in edicola per tutto febbraio 2012, e una vignetta di Cecigian (pubblicata su Il Nuovo Male n.4)
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