
Il nostro Paz
di Vincenzo Sparagna - 16-6-2013
Il 16 giugno del 1988, 25 anni fa, moriva di overdose da eroina Andrea Pazienza, uno dei fondatori (con me, Stefano Tamburini, Filippo Scozzari, Massimo Mattioli e Tanino Liberatore) di Frigidaire. Andrea era un genio, un artista curioso di ogni forma di creazione e di pensiero, un disegnatore eccezionale e un narratore a fumetti senza eguali. Oggi tutte queste sue qualità sono ben note e giustamente celebrate. Eppure quando era vivo e lavorava con me fianco a fianco in redazione la situazione era molto diversa. La stima e l’affetto dei lettori, le innovazioni formali e l’espansione europea di Frigidaire, la nostra (mia e sua) beffarda invenzione dell’Arte Maivista su Frìzzer, non impedirono che la persecuzione giudiziaria e politica contro Frigidaire diventasse nel 1985 un vero e proprio tentativo (purtroppo riuscito) di strangolamento economico.
La commissione editoria presieduta dal socialista Giuliano Amato cancellò infatti con un atto arbitrario centinaia di milioni di lire che ci spettavano. La stampa di regime, i partiti, gli intellettuali, il mondo editoriale e politico restò indifferente. Cominciò da allora per noi un lunghissimo ciclo di povertà e sacrifici inenarrabili. Il gruppo di autori che, grazie a Frigidaire, aveva reso egemone un nuovo stile italiano su scala internazionale venne disperso e polverizzato e dovemmo reinventarci e rinascere mille volte per non venire cancellati.
Poi, qualche tempo dopo la morte di Paz, quasi a festeggiarne la scomparsa, cominciarono le sue celebrazioni postume. Che però sempre, da decenni ormai, tendono a separare il genio di Andrea dal contesto editoriale autonomo (Cannibale, Il Male, Frigidaire, Frìzzer) che ne aveva moltiplicato la creatività e che lui stesso aveva contribuito a creare.
Una falsificazione culturale e storica che continua tuttora, alimentata a destra dall’odio verso ogni progetto rivoluzionario, a sinistra dal cieco conformismo culturale che impedisce di capire che anche nella satira e nel fumetto c’è chi apre coraggiosamente nuove vie e chi, come certi strapagati vignettisti di regime, si limita a lisciare il culo ai potenti.
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