Tra pochi giorni si vota per il rinnovo di molte amministrazioni comunali, tra le quali quelle di Milano, Napoli e Bologna. Naturalmente la speranza è che almeno una parte dell’elettorato si svegli e molli Berlusconi, Bossi e i loro mantenuti e mantenute. L’Italia non si è mai trovata con una classe dirigente politica così corrotta e rincoglionita come quella attuale. E per quanto l’opposizione attuale non brilli certo d’intelligenza e progettualità, tutto è meglio dell’attuale schieramento di governo, che mescola mafiosi, degenerati e razzisti di ogni risma e categoria.
D’altra parte bisogna considerare che il disagio popolare è crescente, ma contemporaneamente la propaganda tende a far dimenticare la stessa esperienza diretta della crisi. Gli spauracchi del comunismo che non c’è, la martellante campagna contro i magistrati che indagano sui potenti, la iperpresenza berlusconiana in TV non lasciano presagire niente di buono. E sarà davvero un miracolo se si riuscirà a dare un colpo serio a questa gente, che non ha paura di mentire spudoratamente e prendere in giro tutti.
Tra l’altro la destra può contare su una folla di veri e propri imbecilli “di sinistra” come l’ineffabile Matteo Renzi con le sue stronzate generazionali o il recidivo Veltroni con la sua “vocazione maggioritaria” che sfocia sempre in disastrosi risultati minoritari.
E c’è pure da ricordare il noioso capitolo della sinistra sedicente estrema, che estrema è solo per rigidità ideologica e settarismo. Una sinistra che si presenta al solito divisa in tanti frammenti per quanti solo i leaderini che la comandano. Perfino le positive aperture unitarie del bravo Vendola vengono bacchettate ogni giorno come se il problema fosse la “purezza rivoluzionaria” astratta e non la pratica necessità di cambiare le cose in un contesto di deriva a destra che fa davvero paura. Infine tutti questi difetti nazionali della fu sinistra non sono nulla a fronte della cecità delle minibande locali, che si schierano con i democratici, con sinistra e libertà, con l’Italia dei valori, con la federazione della sinistra (Rifondazione+ Pdci + altri) o con altri comunisti di provincia per puro spirito settario e carrieristico.
Insomma il panorama è nero, nerissimo. A una destra che bisognerebbe cacciare a pedate si contrappone una pseudosinistra che andrebbe rieducata alla democrazia e liberata di troppi parassiti.
Ma io dico che, pur in questa palude maleodorante, è meglio un voto contro la destra che la protesta individuale dell’astensione e dunque votate chi vi pare, basta che non appartenga alle feroci bande in camicia verde o a quelle del bunga bunga in mutande azzurre.
Subito dopo l’abbuffata delle comunali ci sarà in ogni caso il Referendum del 12 e 13 giugno.
E qui la musica cambia, non perché si possano risolvere i problemi dell’Italia con un si o con un no, ma perché il Referendum potrebbe dare un segnale di svolta a tutta la merdosa situazione attuale.
Al Referendum bisogna assolutamente votare, “tre si per dire no a un sistema che ci ruba la vita”, come recita lo slogan che abbiamo messo sulla controcopertina del Frigidaire n.234 in edicola a maggio.
Non solo perché è giusto rifiutare il nucleare, difendere l’acqua pubblica e impedire l’immunità perpetua di Berlusconi, ma perché i berluscones puntano tutto sul fallimento del Referendum per continuare a spadroneggiare in ogni campo. Raggiungere il quorum e far vincere il si, avrebbe allora un valore enorme, sarebbe una ripresa della parola da parte di un popolo che dimostrerebbe finalmente, dopo anni di triste letargo, di essere stanco di fare il bue. Ci riuscirà?
Proviamoci.
Nell'immagine: un disegno di Tarizzo Marino pubblicato su Frigidaire n.234 in edicola nel mese di maggio 2011.
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