Bisognerebbe parlare d’altro… ma di cosa?
Sotto i nostri occhi si sta svolgendo una crisi antropologica, una specie di stato terminale dell’umanità, dal quale, come i malati prima di morire, si può evadere solo nel sogno. La realtà ci sta addosso, bellicosa e pettegola. Ce n’è per tutti. Mentre il pianeta muore avvelenato ci si rifugia nel sogno assurdo (e assassino) del “nucleare pulito” (proprio qualche giorno fa la fuoriuscita di 18 mila litri d’acqua radioattiva dalla centrale nucleare di Tricastin in Francia ha fatto crescere di 6000 volte il livello di radioattività nei fiumi Auzon e Gaffière che scendono nel golfo di Marsiglia…).
Mentre la società si sbriciola in mille individualismi senza morale e aumenta la violenza di tutti contro tutti, si gonfia in Italia (ma non solo) l’illusione che questa tragedia si possa risolvere per via giudiziaria. Si aprono cacce razziste allo zingaro e al diverso, si chiama un esercito professionale a fare una guerra immaginaria agli angoli delle città, mentre un’altra parte dello stesso esercito viene inviata tra le montagne afghane a far cosa non si sa…
Infine si perpetua la vendetta infinita contro gli ex rivoluzionari armati degli anni ’70. Perfino quando questa vendetta è palesemente inutile e ingiusta anche sul piano giuridico.
Si veda il caso dell’ex brigatista Marina Petrella, che, dopo ben otto anni di galera italiana, era fuggita venti anni fa in Francia, accolta da uno Stato che adesso, dopo decenni, la dovrebbe rimandare in Italia a scontare nientemeno che l’ergastolo… Che sia una donna anziana, risposatasi in Francia e con dei figli, che non abbia commesso alcun reato da trent’anni a questa parte (come riconosce anche il presidente francese Sarlozy in una lettera appello a Silvio Berlusconi) non sembra per ora interessare i nostri governanti ladri e ipocriti.
Salvo poi a garantire l’impunità a tutti i grandi criminali: banchieri, tycoon della finanza, spiritosi mafiosi in doppiopetto blu con capelli finti e governi al seguito…
Purtroppo “l’opinione pubblica” è ipnotizzata, istupidita, vezzeggiata e ingannata come mai in nessun’altra epoca storica. Infine ad ogni problema si danno risposte simboliche e devianti che la istupidiscono ancora di più. Il “riformismo di carta”, come lo definii una volta, celebra il suo trionfo: fingono di governare per meglio curare i propri interessi e lasciare che la Cosa Pubblica si governi da sé… E’ l’anarchia del capitalismo, che, non a caso, ripercorre ogni volta la strada della competizione e infine della guerra…
Bisognerebbe coordinarsi, agire, comunicare, gettar via le diffidenze e i personalismi… ma perfino nella nostra Repubblica immaginaria non è semplice…
Devo avvertire che il libro “Frigidaire, l’incredibile storia ecc.”, annunciato pochi giorni fa come imminente, uscirà solo a settembre.
Pazienza, avrebbe detto Pazienza, siamo addestrati alle lunghe marce…
Per ora non posso che rinnovare il mio appello: aderite alla nostra Repubblica, versate i cento eurto del passaporto frigolandese e veniteci a trovare. Coordiniamoci, sosteniamoci, aiutiamoci reciprocamente! Non c’è altra via per essere liberi dai ricchi criminali che fingono di governarci e invece semplicemente ci opprimono.
Immagine di Jules Triphobie (Edoardo De Falchi) /Frigidaire. "Bongo". Foto colorata e trattata, 2001.
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