E' un bel segnale di cambiamento l’elezione di Hollande alla Presidenza e il licenziamento di Sarkozy in Francia. Ma chi pensa che basti una vittoria elettorale a mutare il corso della storia si illude. In queste ore di gioia per il cambio della guardia all’Eliseo, frutto di una spinta popolare irresistibile, bisogna conservare la calma e dirsi ancora una volta che il problema non sono gli uomini che lo guidano, ma il sistema capitalistico. In Europa questo sistema è al collasso perché sta perdendo inesorabilmente la sua storica supremazia mondiale. In altre parti del mondo il capitalismo è ancora in progressione, basti vedere i tassi di crescita in Cina, in Brasile, in Russia, in Sud Africa ecc. Eppure l’Europa ancora una volta indica la strada. Perché dimostra che la crescita non è infinita. Arriva il punto in cui lo sviluppo si arresta, tanto più che l’aumento dell’accumulazione in una zona del mondo implica la catastrofe in un’altra. Per questo di fronte alla crisi europea l’unica risposta davvero valida è l’uscita dalla logica capitalistica. Non un equilibrio incerto tra l’austerità tedesca e qualche spintarella alla crescita, magari seguendo i consigli tecnici di un Monti o di un Passera, ma il capovolgimento del tavolo sociale. E’ quello che in fondo chiedono anche i greci, gli spagnoli ecc. Dall’Europa in crisi può e deve partire un segnale di rigetto del modello capitalistico dominante, a partire dal rifiuto del liberismo selvaggio, ma senza fermarsi alle vecchie ricette keynesiane (ovvero quelle che promossero grandi spese statali in infrastrutture ed armamenti dopo la crisi del 1929, ma che, non dimentichiamolo, produssero in ultimo la seconda guerra mondiale). No, qui si tratta di aggredire l’intera struttura del capitale, i privilegi del denaro, la logica del valore di scambio per sostituire questi dogmi del mercato con altri principi fondativi: ovvero un ritorno anti-economico al valore d’uso, la ripresa del tema dell’eguaglianza contro ogni privilegio. Liberté, fraternité, egalité: ecco le tre parole che la vittoria della sinistra francese impone di rilanciare. La grande manifestazione di gioia a Place de la Bastille nella notte del 6 maggio è solo un primo passo, ora è indispensabile un assalto popolare alla moderna Bastiglia, la fortezza virtuale, il castello orrendo delle banche e della finanza, dove il capitale si conserva al riparo dall’umanità. Aux armes citoyens!
Nell'immagine: la copertina de IL NUOVO MALE n.6, con l'inserto speciale "La Grana Padana", e una vignetta di Marco Pinna pubblicata sullo stesso numero in edicola in tutta Italia.
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