Barack è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.
Suo nonno, come ha ricordato lui stesso nel commosso discorso di ieri notte a Chicago, faceva il cuoco dei bianchi in Kenia, sua madre era una delle migliaia di giovani che negli anni ’60 si batterono in America contro la guerra nel Vietnam.
Finalmente, quaranta anni dopo l’assassinio di Martin Luther King e di Bob Kennedy, riprende forza con lui la speranza di un mondo più giusto, tollerante, democratico.
La cupa era di Bush , l’incubo di un assurdo quanto vano e pericoloso tentativo di “dominio imperiale” del pianeta sembra allontanarsi per sempre.
Dopo la caduta dell’impero sovietico e la vittoria di Nelson Mandela e dell’African National Congress nel Sud Africa razzista, questa è la novità più bella e straordinaria della politica mondiale.
Con Barack Obama trionfa la molteplicità culturale, l’incrocio delle razze e dei costumi, si riafferma la identità profonda di una nazione che è stata creata unendo, non senza conflitti e tragedie, migranti e nomadi di tutto il pianeta alla ricerca della libertà e della felicità.
La sua vittoria, osteggiata e contrastata dai reazionari e dai razzisti di tutto il mondo, sembra indicare che sull’orlo del baratro di una crisi sociale ed ecologica globale, l’umanità ha ancora la forza di reagire.
Certo i problemi davanti a lui ( e a noi) restano immensi. Ci sono voluti fiumi di sangue, sofferenze immani per arrivare a questo punto…e forse altri oceani di tragedie ci attendono, ma la nave dell’umanità, pur squarciata e avvelenata da tre secoli di capitalismo, non è affondata.
Ora più che mai dobbiamo dunque restare vigili in coperta, non lasciarci travolgere dalla nausea e dalla stanchezza di un viaggio ancora lungo.
Lo dico soprattutto ai più giovani. Non lasciatevi ingannare dalla grigia quotidianità, dalla meschina vigliaccheria, dall’opportunismo triste delle carriere “sicure”.
Diceva Lenin (cento anni fa) che il comunismo si sarebbe realizzato quando anche una semplice cuoca avrebbe potuto guidare la comunità umana
Oggi il nipote di un cuoco africano è presidente degli Stati Uniti.
Il futuro è cominciato.
Fotoeditoriale: Maila Navarra "Il nipote del cuoco".
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