Ghiaccio bollente
di Vincenzo Sparagna - 19-7-2013
Circola su internet un appello per salvare il pianeta dalla catastrofe ecologica, che si avvicina sempre più. A quanto pare la scienziata Julienne Stroeve, da tempo studiosa dell’Artico, ha verificato che la velocità con cui il ghiaccio del polo Nord si sta sciogliendo sia molto maggiore di quanto si pensasse. Questo produrrà in pochi decenni, forse anche meno, un innalzamento del livello degli oceani e uno stravolgimento nell’intero sistema marino, correnti e fauna ittica compresa.
Si avvicina insomma quel punto di non ritorno che da sempre spaventa gli studiosi dell’ambiente, poiché renderebbe vane anche le scelte più radicali. Il paradosso è che mentre cresce l’urgenza di una svolta nelle politiche ambientali i governi dei maggiori paesi inquinanti siano impegnati su tutt’altro fronte. Sembra quasi che la politica mondiale viva su un altro pianeta. L’occhio di tutti rimane fisso sullo sviluppo, sulla concorrenza, sull’economia, per non parlare delle guerre che insanguinano e avvelenano tante parti del mondo. Un fenomeno che investe anche la comunicazione, interamente assorbita dall’oggi, quasi che il futuro non esistesse. Pure nelle infinite e insopportabili chiacchiere sulle nuove generazioni e il lavoro che non c’è, si dimentica completamente che il cancro che sta divorando la vita di tutti è l’accumulazione di profitto e il dominio assoluto del mercato. Servirebbe un capovolgimento totale di punto di vista. Ci sono da fare tantissime cose per conservare l’ambiente, difendere i territori e bloccare l’effetto serra. Ma queste cose non interessano le centrali finanziarie internazionali e nazionali. Per cui da un lato immense ricchezze restano bloccate nei circuiti speculativi, dall’altro masse enormi di uomini e donne sono private del lavoro e del reddito. E tutto ciò di fronte alla drammatica necessità di un cambiamento indispensabile per la stessa sopravvivenza del genere umano. Purtroppo su questo versante, a parte le belle parole, nessuno fa niente. L’unica speranza è che i movimenti di protesta riescano a trovare una via per uscire dal capitalismo e aprire nuove prospettive alla convivenza umana in un rapporto più saggio ed equilibrato con la natura.
Vignetta di Giuliano, pubblicata su FRIGIDAIRE n.243 (luglio-agosto 2012).
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