L’illusione progressista
di Vincenzo Sparagna - 10-5-2013
In un intervento di qualche tempo fa, parlando del Partito Democratico, avevo scritto che non era un partito (poiché era la somma di tendenze contrapposte) e non era democratico (poiché incapace di rinnovarsi).
Giudizio che si è confermato drammaticamente esatto in questi giorni. D’altra parte per capire la crisi di oggi bisogna risalire alle origini uliviste del PD. Qual’era il progetto dell’Ulivo?
Quello di mettere insieme i cosiddetti “progressisti”, una vecchia illusione.
Basti pensare al compromesso storico di Moro e Berlinguer.
Questo miraggio ha prodotto sempre disastri. Alla fine degli anni ’70 generò il terrorismo sedicente rosso, negli anni ’90 il berlusconismo fascistoide, oggi ha favorito l’ascesa di un confuso movimento di protesta e la rinascita del defunto Berlusconi. Il fatto è che il progressismo è una ideologia ambigua. Negli ultimi due secoli ha coinciso con l’idea dello sviluppo infinito del modo di produzione capitalistico, ovvero con la perdita della libertà e della felicità umana a vantaggio dell’accumulazione di denaro in forme sempre più astratte e nelle mani di élite sempre più ridotte. Mentre per progredire davvero bisognerebbe capovolgere questo modello e cercare un equilibrio solidale dell’umanità con se stessa e con la natura. Ovvero sostituire la concorrenza con la cooperazione, concetti che implicano modelli di società del tutto divergenti. Non a caso sul piano politico l’illusione di far convivere i due tipi di progressismo produce scissioni, lacerazioni e sconfitte. Ora militanti, simpatizzanti e dirigenti del PD (e di tutta la sedicente “sinistra italiana”) si trovano per l’ennesima volta di fronte al bivio: farsi trascinare nel vortice della competizione o virare di 180 gradi verso il suo contrario? Restare ancora ambiguamente “progressisti” o intraprendere il sentiero ben più arduo dell’uscita dal sistema dominante? Decidetevi!
Indugiare ancora mentre la crisi sociale precipita con il fragore di mille tuoni sarebbe mortale.
Vignetta di Ugo Delucchi, pubblicata su IL NUOVO MALE n.1 (ottobre 2011).
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