Teste pensanti
o teste di Grillo?
di Vincenzo Sparagna - 11-3-2013
I parlamentari cosiddetti grillini devono decidere se la legislatura andrà avanti grazie alla loro partecipazione a una maggioranza guidata dal PD o verrà presto interrotta. La predicazione rabbiosa del guru Grillo li ha premiati portandoli in massa in Parlamento, ma ora vengono al pettine le debolezze di una linea avvelenata da un equivoco mortale: la presunta identità tra destra e sinistra. È vero che in questi anni (lo denuncio da sempre) le convergenze tra l’orrenda destra italiana e la sedicente sinistra moderata sono state molte. Su diverse battaglie di grande valore simbolico e pratico, come quella contro la TAV, la sinistra parlamentare si è schierata su posizioni inconciliabili con i movimenti. E l’onda marcia del berlusconismo ha corrotto anche troppi “progressisti” in una vergognosa gara a chi rubava di più. Ma questa deriva fangosa non ha cancellato le radicali differenze tra chi rappresenta in ultima analisi i ricchi e chi i poveri, tra i potenti e gli oppressi. Certo, come un malato che cammina a fatica, la sinistra di oggi ha bisogno di disintossicarsi da tanti moderatismi ed estremismi arcaici, aprirsi a nuove idee, fare al suo interno un repulisti morale e intellettuale profondo e spietato. Ma rifiutarsi ad ogni dialogo con la sua attuale rappresentanza parlamentare, o, peggio ancora, auspicare, come fa Grillo per meschini e sbagliati calcoli elettorali futuri, nuovi abbracci mortali bipartisan tra il PD e la feccia berlusconiana, è un errore che può condurre tutti a esiti oscuri (e l’Italia in un baratro senza fondo). Ai democratici tocca dunque sostenere senza esitazioni e furberie la linea di un cambiamento radicale politico ed economico, ai grillini dimostrare di essere autonome teste pensanti e non vuote teste di Grillo.
Vignetta di Giuseppe Del Buono, pubblicata su IL NUOVO MALE n.11.
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