Gramsci dimenticato
di Vincenzo Sparagna - 25-2-2013
Quando Antonio Gramsci dovette scegliere nel 1924 un nome per il quotidiano del suo Partito Comunista lo chiamò Unità. Non era solo una testata, ma un concetto. In origine il termine si riferiva all’unità tra operai e contadini, ma nella riflessione gramsciana (approfondita poi negli anni del carcere) l’idea si estendeva anche alla piccola borghesia, agli intellettuali, dunque al “popolo” inteso nella sua infinita varietà di ceti, classi e condizioni. Questa idea, va sottolineato, è profondamente moderna. Per capirci è l’opposto del coetaneo concetto leninista di partito/avanguardia del proletariato. Perché il partito leninista nasce per occupare il vuoto sociale determinato dalla vecchia struttura feudale zarista. Il suo ruolo è di supplenza, si pone come una guida sostanzialmente esterna al sociale. Non a caso il partito leninista era formato da rivoluzionari di professione e la sua ossessione non era l’unità, ma la scissione. Lenin lavorò infatti a dividere i socialdemocratici con l’obiettivo di forgiare uno stato maggiore quasi militare, pensando a una rivoluzione imposta dall’alto, con la forza delle armi. Gramsci invece intuisce che nella società complessa occidentale il partito deve essere un movimento, abbracciare, unire, fondere sensibilità, programmi, ceti, classi differenti. Ora, senza dilungarmi su questo aspetto, peraltro decisivo, ho l’impressione che tra le forze della sinistra italiana più radicale questa lezione fondamentale di Gramsci sia stata dimenticata. Una ennesima controprova è il risultato deludente dell’ammucchiata messa su dietro la barba di Ingroia. Bisogna capirlo: nel mondo di oggi non è fondamentale la purezza teorica astratta, ma il suo opposto, ovvero la capacità di interpretare senza preconcetti la complessità dell’universo sociale contemporaneo. Per questo il concetto di unità di Antonio Gramsci è ancora decisivo. Continuare a dimenticarlo ancora adesso è più che un crimine, è una stupidaggine.
Vignetta di Giuseppe Del Buono (FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE)
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