Comunicazioni immaginarie
di Vincenzo Sparagna - 14-3-2014
Qui nella redazione di FRIGIDAIRE e de IL NUOVO MALE arrivano un numero incalcolabile di racconti, vignette, fumetti di lettori e autori che chiedono di collaborare con le nostre riviste.
È una buona cosa, anche perché diversi contributi sono davvero di valore e spesso vanno in pagina. Tuttavia emerge chiaramente da questa pioggia di proposte tutta l’ambiguità comunicativa della rete. Infatti sono innumerevoli coloro che, pur seguendo la nostra indicazione di inviarci solo cose inedite anche sul web, ci chiedono subito un parere, perché ansiosi di inserirle sui loro blog. Questo fatto, considerando i milioni di siti, blog, facebook, ecc., invita a una riflessione seria sull’autopubblicazione automatica consentita dalla rete. Infatti la messa in circolazione virtuale di scritti e immagini sugli infiniti blog frequentati da pochissimi amici e conoscenti, produce nei fatti una comunicazione in gran parte immaginaria. In altre parole la massa del materiale di scarto che circola in rete è tale da affogare i pur numerosi contributi di qualità. È come se un artista, vero e presunto, invece di mostrare le sue opere migliori mettesse in circolazione ogni schizzo, ogni appunto, ogni idea. Ma questa libertà, che in sé sarebbe una conquista eccezionale, ha un lato negativo che è la faciloneria. Le gallerie virtuali sono intasate da folle di pittori della domenica e sedicenti poeti e scrittori in fuga da qualsiasi confronto reale. La libertà di comunicare diventa per costoro la libertà di guardarsi allo specchio per compiacersi di sé. Speriamo sia solo la malattia infantile di un mondo più libero di esprimersi. Perché al momento in questo oceano di sciocchezze finiscono per galleggiare solo le bruttissime idiozie della comunicazione verticale dotate di costosi e mostruosi megafoni extra web.
Vignetta di Ugo Delucchi, pubblicata su FRIGIDAIRE n.239 (dicembre 2011).
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