Democrazia malata
di Vincenzo Sparagna - 5-2-2013
A sentire le mirabolanti promesse fasulle dei berluscones, inseguiti con più decoro, ma non minore cialtroneria dai loro concorrenti, insomma a star dietro alle battute a effetto, agli impegni immaginari e al rumore mediatico dell’attuale campagna elettorale, viene il forte sospetto che il vero malato di oggi sia la democrazia stessa. Non solo perché è avvilita da una legge elettorale indecente, ma perché sembra svuotata del suo principio ispiratore: l’autogoverno del popolo.
Infatti il condizionamento dall’alto, religioso, ideologico, sociale, ha sempre afflitto gli oppressi, rendendo debole la loro capacità di rendersi autonomi, ma negli ultimi tempi questo fenomeno è diventato travolgente, perfino irresistibile. Siamo immersi in uno tsunami di idiozie da cui è quasi impossibile difendersi. Così, per fare qualche esempio, la bufala colossale della restituzione in contanti dell’IMU basata su un improbabile accordo con la Svizzera o su fantasiosi tagli alla spesa pubblica, è sì una baggianata, ma quanti elettori (compresi quelli che considerano Berlusconi un imbroglione) sono in grado di capirlo? Chi conosce i geroglifici finanziari che stanno alla base della megatruffa dei titoli derivati? Chi ha idea di cosa siano in realtà il citatissimo fiscal compact o la vituperata legge di stabilità? Certo quasi tutti odiano le banche cattive, i politici ladri o il fisco strozzino, ma questi sentimenti ostili non si fondano sull’analisi consapevole della realtà, semmai sono il torbido crogiuolo in cui possono perfino crescere nuovi orrori fascistoidi.
La democrazia è una bella e nobile idea, eppure per un ventennio gli italiani hanno votato democraticamente un pescecane. Ora si dice che il popolo ha memoria delle delusioni e delle fregature subite, ma anche questa volta a decidere sarà l’umore del momento, la simpatia irrazionale, la fiducia in questo o quel profeta, oppure il disprezzo di tutti e la conseguente astensione imbelle o protesta cieca. Ecco perché dico, pur non avendo in mente alcuna cura, che la democrazia mi sembra un malato gravissimo, in codice rosso. Pensiamoci.
Vignetta di Cecigian, pubblicata su IL NUOVO MALE n.11 (dicembre 2012)
[ Archivio Editoriali ]
|