FRIGIDAIRE
IL NUOVO MALE
VINCENZO SPARAGNA
FRIGOLANDIA
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FRIGOLANDIA: Museo e redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE, rivista di satira diretta da Vincenzo Sparagna. Coordinamento e grafica Maila Navarra
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La storica raccolta dei METROPOSTER stampati e diffusi da FRIGIDAIRE nel 1994-1995: Manifesti Underground per la Comunicazione Orizzontale. Vincenzo Sparagna direttore di Frigidaire, disegni di Pablo Echaurren, testi di Renato Curcio

METROPOSTER n.14 pubblicato su FRIGIDAIRE n.177-178, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1995
METROPOSTER n.14 pubblicato su FRIGIDAIRE n.177/178 (1995)

I METROPOSTER di FRIGIDAIRE
"Manifesti Underground
per la Comunicazione Orizzontale"
A dicembre 2015
è stato pubblicato da
"L'Arengario
Studio Bibliografico
"
il volume illustrato
«METROPOSTER.
Parole di Renato Curcio e
disegni di Pablo Echaurren
per i viaggiatori della
metropolitana di Roma
»,
che racconta e documenta
i manifesti stampati e diffusi
da FRIGIDAIRE
nel 1994-1995.
Copertina del volume illustrato "METROPOSTER. Parole di Renato Curcio e disegni di Pablo Echaurren per i viaggiatori della metropolitana di Roma", che racconta e documenta i manifesti stampati e diffusi da FRIGIDAIRE nel 1994-1995. Edizione dell'ARENGARIO Studio Bibliografico

Vincenzo Sparagna, Renato Curcio e Pablo Echaurren con il Metroposter n.2 di FRIGIDAIRE nel 1994
Vincenzo Sparagna, Renato Curcio
e Pablo Echaurren con il Metroposter n.2
Foto di Mimmo Frassineti
("Il Venerdì di Repubblica" - gennaio 1994)

Metrò
di Renato Curcio

Alcuni frammenti di Metrò, illustrati da Pablo Echaurren e stampati a cura della rivista Frigidaire, sono stati affissi nell'ultimo anno in alcune stazioni della metropolitana di Roma. Ringrazio pertanto Pablo Echaurren per le sue visioni e Vincenzo Sparagna per l'idea e la realizzazione editoriale dei Metroposter. Ringrazio inoltre, oltre ai vagabondi, ai passeggeri e ai viaggiatori del metrò, tutti coloro che mi hanno raccontato eventi accaduti e leggende metropolitane, o che, comunque, mi hanno accompagnato in qualche modo in questa umana avventura.

(estratto da "Metrò", Sensibili alle foglie, Roma - 1994)

I Metroposter
di Pablo Echaurren

Fogli di comunicazione orizzontale. Fogli di via, fogli di vita, fogli figli di un'attenzione all'esistenza che cerca uno sfogo ben oltre la sopravvivenza.
Arte murale, arte interstiziale, arte morale che si sottrae a ogni forma di sfruttamento, che denuncia lo sfruttamento, che rifiuta l'esiziale incasellamento nei compartimenti stagni che la critica d'arte cerca di imporre al proprio pubblico sofisticato e poco addestrato a fuggire gli schemi.
Ribaltamento della Metro come luogo di sbarramenti, cancelli, divieti, luogo di ferro e di cemento, luogo artificiale, sotterraneo, ctonio, privo di luce naturale, dove non c'è posto per fiori, piante, animali, sorrisi.
Non esiste più il paesaggio ma solo il passaggio da un punto all'altro della città.
Chi viaggia in Metro vuole farlo rapidamente, sbrigarsi, arrivare a destinazione e abbandonare questo universo coatto il più velocemente possibile.
I nostri Metroposter volevano essere un piccolo spiraglio in questo universo avverso, fare uscire per un istante il lettore dal proprio bozzolo protettivo difensivo e offrirgli uno sguardo diverso su ciò che lo circondava, che lo inquietava.

(brano estratto dal testo pubblicato su "Metroposter. Parole di Renato Curcio e disegni di Pablo echaurren per i viaggiatori della metropolitana di Roma." Edizioni dell'Arengario, Gussago - 2015)

METROPOSTER n.1 pubblicato su FRIGIDAIRE n.155-156, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1993-1994
METROPOSTER n.1, FRIGIDAIRE n.155-156
(1993-1994)

METROPOSTER n.2 pubblicato su FRIGIDAIRE n.155-156, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1993-1994
METROPOSTER n.2, FRIGIDAIRE n.155-156
(1993-1994)

METROPOSTER n.3 pubblicato su FRIGIDAIRE n.157, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.3, FRIGIDAIRE n.157
(1994)

METROPOSTER n.4 pubblicato su FRIGIDAIRE n.157, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.4, FRIGIDAIRE n.157
(1994)

METROPOSTER n.5 pubblicato su FRIGIDAIRE n.158-159, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.5, FRIGIDAIRE n.158/159
(1994)

METROPOSTER n.6 pubblicato su FRIGIDAIRE n.158-159, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.6, FRIGIDAIRE n.158/159
(1994)

METROPOSTER n.7 pubblicato su FRIGIDAIRE n.160, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.7, FRIGIDAIRE n.160
(1994)

L'affissione dei Metroposter di FRIGIDAIRE nella metropolitana di Roma nel 1994
L'affissione dei Metroposter
nella metropolitana di Roma.
Foto di Mimmo Frassineti
("Il Venerdì di Repubblica" - gennaio 1994)

Come nacquero i METROPOSTER
di Vincenzo Sparagna

Era il novembre del 1993 e stavamo preparando il n.155/156 di FRIGIDAIRE (dicembre '93/gennaio '94) quando Renato Curcio e Pablo Echaurren mi raccontarono la loro idea di realizzare dei manifesti speciali da affiggere nella metropolitana di Roma.
Curcio aveva cominciato a collaborare con Frigidaire circa un anno prima con una sua rubrica di lettere e risposte che si chiamava "Sfoghi". Pablo invece pubblicava su Frigidaire già da molti anni. L'idea di questi strani poster a due mani, che battezzai "metroposter", nasceva dai percorsi quotidiani in metro di Renato, che, essendo da qualche mese in semilibertà, usciva la mattina presto dal carcere e prendeva la metro a Rebibbia fino alla fermata Aventino per raggiungere il suo luogo di lavoro, la cooperativa editoriale "Sensibili alle foglie", che era in un appartamentino in Piazza Santa Maria Liberatrice a Testaccio. La sera riprendeva la metro da Aventino e tornava a Rebibbia per passare la notte in cella. Quei viaggi di poche decine di minuti erano per Curcio il suo contatto con un mondo esterno che aveva lasciato ben 18 anni prima, ovvero da quando era stato chiuso nell'inferno carcerario, spesso confinato in un crudele isolamento. Su quei vagoni traballanti l'umanità delle periferie più sconosciute, prigioniera della terribile banalità della vita quotidiana, gli si mostrava quasi nuda, tra le nebbie e i freddi delle albe e la tristezza di certe sere d'inverno. Le sue osservazioni silenziose, affamate di contatto umano, le fissava come appunti segreti su un taccuino, frammenti di un possibile diario intimo, né racconti, né versi, semplici sguardi tradotti in parole. Ne aveva parlato con Echaurren ed era nata l'idea di farne dei manifesti sotterranei, come dei graffiti stampati. D'altra parte il segno di Pablo si sposava perfettamente con queste visioni rapide, ironicamente futuriste, squarci di una realtà in sé banale, ma rivelatrice di mondi nascosti. Nel presentare i primi due Metroposter nel paginone centrale di Frigidaire n.155/156 (dividemmo la tiratura in due, una per il Metroposter n.1, l'altra per il n.2, cambiando solo una lastra in fase di stampa) li definii "manifesti underground per la comunicazione orizzontale". In quel periodo - per le solite ragioni economiche - Frigidaire aveva temporaneamente lasciato la classica veste di rivista a colori che durava dal 1980 ed era divenuto un tabloid in bianco e nero su carta povera, girato in terza piega, con la possibilità di un secondo colore rosso solo per la copertina e le due pagine centrali. Dunque anche i metroposter, piazzati nel paginone centrale, furono pensati a due colori: testo in nero e disegno a linee grosse, riempito qua e là di rosso. La scrittura era di Renato, il segno di Pablo, che firmavano insieme ogni poster. La forma povera era coerente con l'idea di questa comunicazione sotterranea, fatta di parole e immagini lanciati come un messaggio d'amore per l'umanità verso sconosciuti nel buio delle gallerie. Ovviamente non potevano affiggere nella metro il paginone centrale della rivista, anche perché la carta povera si sarebbe disfatta subito con la colla. Così affiancammo alla stampa sulla rivista, che veniva distribuita in 30 mila copie in tutta Italia, una tiratura extra di un migliaio circa di metroposter su carta più spessa. I metroposter destinati all'affissione venivano poi arrotolati alla maniera dei manifesti di propaganda e affidati a una decina di volontari che, muniti di colla, secchi e pennelli, li andavano a piazzare la sera tardi nelle stazioni della metro. Per far capire da chi partiva il messaggio erano accompagnati dallo slogan "Non arrendetevi! Frigidaire è in edicola". Il "non arrendetevi" aveva peraltro anche un implicito doppio senso, visto che a firmare i manifesti era Renato Curcio, vale a dire l'ex fondatore delle Brigate Rosse, che, al di là di ogni discussione politica oppure storica, rappresentava nell'immaginario collettivo un esempio vivo di ribellione al potere. Questo schema dei due metroposter per numero (con il conseguente cambio di lastra a metà stampa) lo usammo ancora con il n.157 di febbraio 1994, con il n.158/159 di marzo/aprile e con il n.160 (maggio 1994), fascicoli questi ultimi due con i quali tornammo ad essere una rivista a colori, ma su un formato più grande di quello standard, ovvero 23,5 X 34,5 centimetri invece dei tradizionali 23 X 29. Già dal n.158/159 non dovemmo più ricorrere alla stampa su una carta diversa. I metroposter erano sulla stessa carta patinata del nuovo Frigidaire e venivano cellophanati insieme alla rivista. Per avere quelli destinati all'affissione bastava un semplice prolungamento della loro tiratura.
Lo schema rimase lo stesso nei numeri seguenti, il 161/163 (giugno/agosto 1994), 164/167 (settembre/dicembre 1994), 168/170 (gennaio/marzo 1995), 171/173 (aprile/giugno 1995), 174/176 (luglio/settembre 1995), salvo che dal n.161/163 c'era un singolo metroposter e non più due per ogni uscita della rivista. Continuavamo ad organizzare l'affissione, ma la nostra situazione generale, come dimostrano anche i lunghi intervalli tra un fascicolo e l'altro, era sempre più difficile.
Infine con il n.177/178 (ottobre/novembre 1995) il metroposter si ridusse al solo paginone centrale di Frigidaire e non venne nemmeno affisso. D'altra parte quello fu l'ultimo numero edito dalla storica Primo Carnera s.r.l., che avevamo fondato nel 1980. Schiacciati dai pesanti debiti generati dal taglio dei contributi editoria cui avremmo avuto diritto (deciso nel 1986 dalla commissione presieduta dal socialista Giuliano Amato),  dovemmo interrompere le uscite e firmare un fallimento concordato. Frigidaire, edito questa volta dalla ditta individuale Nuovo Pianeta di Vincenzo Sparagna, sarebbe tornato in edicola solo nell'aprile 1998 con il solitario numero speciale (prima di un altro intervallo di tre anni) dedicato al viaggio clandestino in Italia di Oreste Scalzone (allora esule in Francia).

(pubblicato su "Metroposter. Parole di Renato Curcio e disegni di Pablo echaurren per i viaggiatori della metropolitana di Roma." Edizioni dell'Arengario, Gussago - 2015)

METROPOSTER n.8 pubblicato su FRIGIDAIRE n.160, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.8, FRIGIDAIRE n.160
(1994)

METROPOSTER n.11 pubblicato su FRIGIDAIRE n.168-170, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1995
METROPOSTER n.11, FRIGIDAIRE n.168/170
(1995)

METROPOSTER n.9 pubblicato su FRIGIDAIRE n.161-163, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.9, FRIGIDAIRE n.161/163
(1994)

METROPOSTER n.13 pubblicato su FRIGIDAIRE n.174-176, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1995
METROPOSTER n.13, FRIGIDAIRE n.174/176
(1995)

METROPOSTER n.10 pubblicato su FRIGIDAIRE n.164-167, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1994
METROPOSTER n.10, FRIGIDAIRE n.164/167 (1994)

METROPOSTER n.12 pubblicato su FRIGIDAIRE n.171-173, disegno di Pablo Echaurren, testo di Renato Curcio - 1995
METROPOSTER n.12, FRIGIDAIRE n.171/173 (1995)

 

Questi che seguono sono
i numeri di FRIGIDAIRE che
contengono i METROPOSTER

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FRIGIDAIRE n.155/156,
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