I diritti e gli storti
di Vincenzo Sparagna - 27-2-2016
Negli ultimi tempi, in occasione del dibattito sulle unioni civili, siamo stati inondati da discorsi sui diritti. Alla fine, anche se brutalmente tagliata per le resistenze ideologiche e le paure elettoralistiche dei filistei di destra e di sinistra, la legge approvata è comunque un passo avanti verso una società meno repressiva. Dico questo perché mi pare sbagliato misurare il risultato ottenuto paragonandolo solo alle legislazioni più progressive. Un discorso sui diritti che voglia andare oltre l'orizzonte italiano non può ignorare che sul piano globale, nel mondo divenuto un unico villaggio, a fronte di piccole aree dove le libertà individuali sono relativamente rispettate, vi è un'immensa zona grigia o nera nella quale i diritti di cui parliamo sono totalmente negati. Non solo quelli dei maschi gay, delle lesbiche o dei transgender, ma quelli più elementari della persona umana. Ad esempio nella quasi totalità dei paesi musulmani (un quarto del genere umano) l'omosessualità è punita quasi sempre con la morte, ma sono considerati reati anche la libertà religiosa, l'informazione indipendente e la rivendicazione della parità tra uomini e donne. Nel surreale comunismo feudale della Corea del nord i cittadini sono letteralmente schiavi di uno stato guidato da un pazzo. In India, paese teoricamente democratico, il sistema delle caste è tuttora una barriera invalicabile tra chi sta in alto e chi sta sotto. In Cina e in Russia l'uguaglianza dei diritti è formalmente riconosciuta, ma viene violata ogni giorno grazie alla totale supremazia del potere politico su quello giudiziario. E guerre fratricide allagano di sangue innocente buona parte del continente africano, dove, in spregio ad ogni diritto, gruppi fondamentalisti e clan tribali scannano e uccidono per selvaggio fanatismo o per accaparrarsi le briciole delle ricchezze locali saccheggiate senza scrupoli da vecchi e nuovi colonialisti. L'elenco di queste moderne barbarie è lunghissimo. Dai desaparecidos dell'infelice Messico, stuprato dai narcotrafficanti arricchiti dal proibizionismo, al cupo Egitto, dove migliaia di giovani che avevano creduto nella rivoluzione democratica di piazza Tahrir, sono rimasti stritolati nello scontro tra la follia islamista dei Fratelli Musulmani e la spietata dittatura del generale Al Sissi. In conclusione quando parliamo di diritti dobbiamo avere ben chiaro questo scenario globale. Il Pakistan, dove il delitto d'onore è legge, o l'Indonesia, dove la masturbazione è punita con la decapitazione, non sono luoghi alieni, ma regioni di un pianeta che è anche nostro. Perciò se non sconfiggeremo alla radice l'integralismo musulmano o induista, se non riusciremo a far prevalere i diritti umani sull'arroganza dei potenti e dei pre/potenti, anche le nostre colorate conquiste di libertà saranno solo tappe di un'avanzata illusoria e senza futuro.
In alto: vignetta di Ugo Delucchi pubblicata su FRIGIDAIRE n.239, di dicembre 2011.
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