Il prossimo 25 aprile, IX Festa della Liberazione dei Frigoriferi Intelligenti, IV edizione celebrata nella Repubblica di Frigolandia, sarà certamente specialissimo per due ragioni fondamentali.
La prima è il momento storico nel quale ci troviamo, ovvero nel pieno di una crisi economica e sociale del capitalismo mondiale, che va urtandosi sempre più con i “limiti dello sviluppo”, in termini ecologici, produttivi, demografici ecc. Gli squilibri crescenti tra le diverse aree del mondo, il crollo del liberismo selvaggio dell’era Bush, la fine del monopolio imperiale degli Stati Uniti, lucidamente avvertita anche dal nuovo presidente Obama, tutto indica che l’acceleratore della storia è stato schiacciato e che andremo rapidamente incontro a mutamenti epocali straordinari.
La seconda riguarda invece le prospettive della nostra Prima Repubblica Marinara di Montagna e dunque di Frigidaire come rivista e come impresa.
Da una parte vi è l’ostilità ormai palese dell’Amministrazione Comunale di Giano dell’Umbria, sedicente di centro-sinistra, ma cieca e sorda ad ogni sollecitazione culturale nostra, e colpevole due volte, sia per il mancato sostegno a Frigolandia, pur promesso solennemente appena tre anni fa, sia per la ostinata volontà di ignorare i termini del contratto firmato alla fine del 2005.
Dall’altra parte vi è invece la grande crescita di Frigolandia e del suo progetto, oggi così maturo da poter pensare a un clamoroso ritorno in edicola e in libreria della rivista, nonché al rinnovamento profondo del nostro sito per creare un vero e proprio giornale/portale telematico.
Tra questi due scenari, quello globale della crisi e quello della crescita della nostra forza, nonostante i miserabili ostacoli posti da ottusi burocrati locali, vi è una relazione stretta.
Non siamo qui a Frigolandia per oziare, ma per agire.
E la necessità vera della nostra azione è proprio il precipitare della crisi, il suo allargarsi come un’onda anomala sulla vita quotidiana di milioni di persone.
Anche i tanti giovani entusiasti e talentuosi che abbiamo incontrato in questi tre anni di Frigolandia hanno capito che – oltre ogni orizzonte individuale pur legittimo – vi è un orizzonte generale che spiega e giustifica l’impegno nostro a combattere senza indulgenze la triste e noiosa “commedia dell’informazione” e con essa la tragedia sociale che incombe su tutti.
Come ho scritto di recente, in un breve testo di difesa del cinema popolare d’essai Detour di Roma, minacciato di sfratto da un proprietario arrogante e ignorato (come sempre per tutte le imprese di alto valore culturale e sociale…) dalla locale amministrazione comunale, è il momento di “far pesare la nostra leggerezza”.
Ecco dunque che il prossimo 25 aprile sarà un passaggio decisivo, una festa di battaglia.
L’appello a quanti ci vogliono bene è di non mancare l’appuntamento della Liberazione, di acquistare o rinnovare il loro passaporto frigolandese, partecipare con la loro intelligenza e creatività, portarsi tutto, non aspettarsi nulla (è il celebre slogan di Mario-Testa di Garza…).
Come recita l’annuncio cafchiano del nostro Teatro Naturale di Oklahoma: “Chi è artista si faccia avanti! Guai a chi non ci crede!”.
Vignetta di Fabrizio Fabbri.
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