I risultati li avete visti tutti. Berlusconi arretra sulle ultime elezioni ed è un bene, perché il voto non plebiscitario ridimensiona certi suoi entusiasmi napoleonici, ma PDL e Lega insieme conquistano un bel po’ di province e città, i democratici continuano a calare anche più di quanto non recuperi l’Italia dei Valori e la sinistra…ahi la sinistra! Ero stato facile profeta un paio di mesi fa a criticare le troppe divisioni, spesso originate da puri e semplici personalismi, che hanno alla fine condotto alle due liste, più la listarella del partitino di Ferrando. Tirando le somme la crisi a sinistra del PD c’è stata, ma si è distribuita e dispersa su due liste e mezzo, per un totale inutile di oltre un sette per cento dei votanti, due milioni di voti a vuoto.
Naturalmente lo sbarramento al 4% è stato decisivo per questa insensata dispersione e di questo porta la responsabilità il gruppo dirigente del PD, che l’ha approvato in tutta fretta in pieno accordo con il Berlusca, ma tanto più dopo l’introduzione dello sbarramento era indispensabile trovare un accordo a sinistra, che invece non c’è stato.
Ora mi interessa poco, a me come a tanti altri, accertare le responsabilità di questa sciocca divisione. Certamente lo scivolamento salottiero di un certo bertinottismo ha giocato un ruolo, così come la debole direzione dei Verdi, ripiegati su se stessi e incapaci di mettere in campo i Cohn Bendit di casa nostra… Ma anche sul versante comunista si è osato ben poco in progetti unitari. La lista comune alle europee non si è sempre riprodotta nelle realtà locali, dove spesso Rifondazione e i Comunisti Italiani hanno fatto a gara a rubarsi voti. Mentre il gruppetto di Ferrando e la (mini) Sinistra Critica non si sono risparmiati il loro ruolo prevedibilissimo di liste di puro disturbo.
Che succederà adesso? In giro è un coro di invocazioni unitarie, ma poi si scopre che è tutta una manfrina tra generali mentre i soldati se ne vanno a casa schifati.
Rimane il vuoto grave di parola, di progetti, di programmi della sinistra, che, anche nelle sue versioni più radicali, usa linguaggi sbagliati, non comunica con la società, si parla addosso, è ancorata a slogan e moduli d’azione obsoleti che poco o nulla mordono a livello popolare.
E intanto avanza un neofascismo che usa la televisione e i media come il manganello di una volta, la xenofobia come l’olio di ricino, la paura e l’odio come una galera, un confino perpetuo di tutti.
Servirebbe a sinistra una rivoluzione copernicana, aperture reali, umiltà, il disprezzo di ogni carrierismo, il coraggio di cambiare marcia.
Ma il guaio è che mentre lo scrivo mi pare di chiedere la luna…
A proposito: nelle elezioni comunali di Foligno dove ero capolista dei comunisti uniti, si è riusciti a far eleggere un consigliere comunale. Il ruolo spetterà al nostro giovane concittadino frigolandese Alessandro Pacini, il quale (come era naturale vista la sua lunga militanza a Foligno) ha preso più preferenze di me. In tal modo è stato definitivamente confermato che io sto in ogni caso “dalla parte dei poveri cristi”.
Vignetta di Tarizzo Marino.
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