FRIGIDAIRE
IL NUOVO MALE
VINCENZO SPARAGNA
FRIGOLANDIA
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FRIGOLANDIA: Museo e redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE, rivista di satira diretta da Vincenzo Sparagna. Coordinamento e grafica Maila Navarra
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Un nudo contro l’ipocrisia dominante

Sul numero 232 di Frigidaire, in edicola dall'8 marzo, vi è una mia ampia intervista ad Achille Bonito Oliva sull’Arte del 2000 accompagnata da una sua foto/poster in cui il famoso critico si esibisce nudo sul divano di casa. Non è la prima volta che ABO si mostra nudo su Frigidaire. Debuttò senza veli già nel 1981 in un servizio curato da Barbara Cannata, fotografo Sandro Giustibelli. Poi si ripeté nel 1989, fotografato insieme all’attrice Alessandra Vanzi da Carlo Maria Causati. Questa volta le foto sono di Angelo Puzzutiello, cui ha fatto da assistente d’occasione il regista Anthony Ettorre. Il concetto base che ha sempre ispirato questi nudi di Achille è che il critico deve porsi nudo di fronte all’arte, spogliato di ogni abito ideologico, di ogni pre/giudizio. L’arte richiede infatti uno sguardo limpido, poiché mal sopporta gli orpelli di un’estetica obbligata. La bellezza, come dice ABO, è infatti un anelito, un sospetto, non una dimensione certificata. Essa non obbedisce a uno schema fisso, a una precondizione, è la sorpresa, lo stupore, la meraviglia dello sguardo umano di fronte a qualcosa di mai visto, di sorprendente. Chi non sa stupirsi del mondo,

La loro morale e la nostra

Il puttanaio di Arcore scoperto (si fa per dire, poiché in fondo già si sapeva) dai giudici di Milano ha scatenato una singolare gara tra i potenti e i prepotenti a chi è più morale. E non solo da parte degli oppositori di Berlusconi, tutti regolarmente “sgomenti”, “turbati”, “indignati” dalle seratine in casa del premier, anche da parte dei berluscones medesimi… i quali difendono la straordinaria “generosità” del loro boss, che spiegherebbe le migliaia di euro intascati dalle ragazze (tutte povere e in difficoltà…), il milione e duecentomila euro prestati a un “caro amico” come Lele Mora (poi, si dice, steccato con Emilio Fede per generosità riflessa…) e un’infinità di altri gesti nobili dello stesso tipo che Berlusconi terrebbe nascosti perché, raccontano i suoi fedeli, non gli piace vantarsi… Inoltre mentre gli antiberlusconi gridano all’insulto alle donne perpetrato dal presidente del Milan con le sue cene bunga bunga, i berlusconiani gridano all’insulto alle donne di chi chiama prostitute le ragazze che lo vanno a trovare... Insomma siamo in piena confusione. Moralità, immoralità, milioni, puttane, generosità, ricatti… tutto si mescola nel consueto minestrone televisivo fatto di urla ininterrotte, il cui unico risultato è confondere i poveri spettatori. Alla fine qualcuno

Battisti e la vendetta infinita

Negli ultimi giorni in un crescendo parossistico impazza sulle pagine dei giornali e in TV il caso di Cesare Battisti. Ex dirigente di uno dei tanti gruppetti armati del finale degli anni ’70, i Proletari armati per il comunismo, Battisti, arrestato e poi evaso dal carcere, venne condannato in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi commessi dal suo gruppo. Se abbia partecipato o no personalmente a questi omicidi è irrilevante, anche se in almeno uno di essi è impossibile che fosse presente. Di fatto, poiché al tempo dei processi si trovava al sicuro in Messico, i suoi stessi compagni gli attribuirono di tutto e di più. Ma ripeto la questione è secondaria. Più importante è ricordare che questi episodi atroci avvenivano in un periodo di guerra civile strisciante, cominciata anni prima con le bombe di stato che ammazzarono in pochi anni centinaia di persone. A questo terrorismo di Stato, restato fino ad oggi totalmente impunito e misterioso, una parte non piccola del movimento di protesta giovanile oppose alla fine degli anni ’70 una guerriglia tragica, costellata di uccisioni, ferimenti, rapimenti ecc. Quella scelta sbagliatissima sia sul piano morale che politico resta incomprensibile se non la si colloca in quel particolare contesto sociale e politico.

Una rabbia legittima

Mentre in Parlamento la corruzione e i ricatti di una banda di mafiosi permettevano ancora una volta al signor Berlusconi di conservare la carica di primo ministro, che finora lo ha salvato dalla galera e gli ha fatto guadagnare milioni di piccioli (denaro in siculo-milanese), a Roma migliaia di giovani si scagliavano contro una società che li condanna alla marginalità e alla precarietà perpetua. Oggi, 15 dicembre, è tutta una litania di condanne alla violenza dei giovani, definiti a ruota libera black bloc, teppisti, anarchici, mentre i politologi commentano l'instabilità italiana con astruserie sul governo Berlusconi-Scilipoti. Ma le abituali calunnie sui fantomatici black bloc, così come le pseudoanalisi politologiche, sembrano ormai agli ultimi spasimi. La realtà è a un passo dall'imporsi sulla sua falsa ricostruzione mediatica. Vi è una rabbia legittima che nessuno può più fermare con le chiacchiere. La gente comune, i giovani, gli anziani, gli italiani, gli extracomunitari, le donne, i cassintegrati tutti stanno male. A Napoli i miasmi dei rifiuti e dalle ruberie hanno fatto scendere in piazza a manifestare anche le casalinghe più pacifiche. A Roma i più scatenati erano gli studenti lanciati all'assalto di poliziotti e carabinieri innocenti (che a loro volta il giorno prima protestavano contro il governo...).

Frigolandia ha vinto la causa con il Comune di Giano

Finalmente! Dopo oltre un anno di persecuzione giudiziaria da parte della giunta del Comune di Giano dell’Umbria, il giudice Fornaci di Spoleto ha accolto integralmente le rigorose osservazioni giuridiche e di merito del bravissimo avvocato di Frigolandia Claudio Franceschini e ci ha dato ragione con una sentenza chiarissima. Il Comune è stato condannato anche a pagare le spese del giudizio (altri soldi pubblici sprecati o ce li metterà di tasca sua il sindaco Morbidoni?). L’incredibile e tormentata vicenda l’abbiamo raccontata varie volte. In breve la giunta comunale guidata dal sindaco “democratico” Paolo Morbidoni, aveva avviato nell’autunno 2008, senza farci sapere nulla!!!, una causa di sfratto per morosità contro Frigolandia. Causa illegale sia perché la concessione degli edifici e del parco de La Colonia non è un banale affitto privato, ma una concessione pubblica fondata sul progetto di Frigolandia e garantita da una fidejussione (dunque la morosità è anche tecnicamente impossibile), sia perché tutta la pratica non era stata notificata correttamente ai sensi degli articoli del Codice che regolano questi atti. Ma la slealtà profonda di questo attacco consisteva anche nell’aver provocato artificialmente, con una verbale promessa di aiuto del sindaco, lo stesso ritardo nel pagamento del canone annuo.

Trentesimo compleanno



Trenta anni fa FRIGIDAIRE faceva la sua prima apparizione in edicola. Oggi l’uscita di quel mitico n.1 è avvolta in una specie di leggenda. Allora fu accompagnata dalle ansie mie, di Tamburini e degli altri per sapere come sarebbe andata. Eravamo tutti convinti di aver fatto una rivista notevole, ma che destino avrebbe avuto la nostra creatura stampata e come rinnovarla ogni mese senza annoiare ed annoiarci noi stessi? Nessuno lo sapeva. Intanto ci scontrammo subito con le difficoltà degli edicolanti a capire di cosa si trattava. Molti lo mettevano nel cantuccio delle riviste porno, altri la seppellivano sotto il banco. Mentre ancora non sapevamo nulla del n.1 già urgeva il n.2 e poi il n.3, il n.4 e gli altri, sempre senza sapere delle vendite (come accade anche oggi…). Ed ecco i dati, ricostruiti mesi e mesi dopo. Il n.1 aveva tirato 60 mila copie per venderne appena 16. Il n.2 era salito a 17 e il n.3 a 19, ma il n.4 era ripiombato a 14 e il n.5 teneva a stento questa trincea. Le tirature si abbassarono. Dopo i primi due numeri già eravamo scesi a 40 mila copie. Nel frattempo i debiti ammontavano già a 150 milioni, tutti ovviamente garantiti da me che non avevo una lira. I nostro soci milanesi della prima ora, la Quadratum Spa, s’erano dichiarati indisponibili a garantire alcunché.

Silvio… non è Francesco



Oggi, 4 ottobre 2010, si festeggia San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Nato ricco e nobile Francesco rinunciò a tutto per cercare di aiutare gli esseri umani a vivere in pace con se stessi e tra loro, nonché con il buon Dio cui credeva sul serio. In questo giorno, che i buoni cristiani festeggiano sinceramente mentre i cattivi lo fanno con una ipocrisia da far vomitare, non poteva mancare la cupa voce del demonio. Per farsi sentire ha scelto questa volta, come fa spesso, il tramite di un certo Silvio, non patrono, ma – speriamo ancora per poco - padrone d’ Italia. Ora Silvio… non è Francesco, ma qualche “diabolico miracolo” sa farlo anche lui. In un colpo solo è riuscito a offendere tutte e tre le religioni monoteiste, più la brava Rosy Bindi e attraverso lei le donne di tutto il mondo. Gli è bastata una atroce barzelletta su ebrei che sfruttano la persecuzione di Hitler per guadagnare soldi alle spalle di altri ebrei e un inaspettato “(p)orcoddio”. Non il popolare “porcoddio” di chi bestemmia perché gli casca una trave sul piede o si ferisce in fabbrica. Il suo è un “porcoddio” da ricco che offende anche un agnostico, un’espressione da mafioso che sghignazza mentre il rivale viene sciolto nell’acido.

FRIGIDAIRE nella giungla



Quando si attraversa la giungla fuori dai sentieri già tracciati bisogna farsi largo a colpi di machete. Ce lo hanno fatto vedere in tanti film ed è effettivamente così. La foresta è un intrico di rami, liane, cespugli giganti, alberi, fiumi, fossati, trappole naturali e anche fare un solo passo è un'impresa. Inoltre sulle teste di chi sta nella giungla strepitano in continuazione uccelli e animali di ogni tipo in un coro assordante che non ha paragoni neppure con la Milano delle ore di punta. Ebbene anche Frigidaire per raggiungere i suoi lettori deve attraversare la giungla delle agenzie di distribuzione, delle pericolose querele dei Bertolaso (che vuole addirittura 60 mila euro da me per averlo definito "pallido"...) e affini, delle meschine gelosie di giornali e giornalisti pagati dal potere, dei silenzi televisivi sia governativi che di opposizione. E questo per non parlare di altre insidie anche più subdole come la microguerra giudiziaria che da due anni ci fa il Comune di Giano dell'Umbria (prossima udienza il 24 settembre), o la mancanza di qualsiasi sostegno economico da parte di banche, istituzioni ecc. Chi pensa che sia facile fare il nostro giornale, tenere in piedi Frigolandia e questo sito non immagina nemmeno la quantità infinita di nemici invisibili da combattere e respingere letteralmente ogni giorno per andare avanti.

Incredibile! Bertolaso vuole soldi da me…



Con una iniziativa giudiziaria a sorpresa, ma che purtroppo non sorprende più di tanto, il supercommissario Bertolaso mi ha citato in giudizio per diffamazione, chiedendomi addirittura 60 mila euro di danni. La citazione civile è tutta sballata e tra l’altro confonde in modo grossolano Frigidaire con Liberazione e mi identifica come un semplice giornalista del quotidiano diretto da Dino Greco e non come il direttore responsabile di una rivista autonoma. Per questo viene chiamata in causa anche la innocente MRC Spa, editrice di Liberazione (cui Bertolaso chiede altri 40 mila euro) e il buon Dino Greco direttore responsabile di quel quotidiano (cui ne chiede altri 40 mila). In tutto il nostro protettore civile vorrebbe 140 mila euro! Ora, tralasciando che la MRC Spa e Dino Greco non c’entrano proprio nulla (considerazione non da poco per capire il pressappochismo di certa gente), cosa è che ha fatto così infuriare il nostro supercommissario che soffre di dolori cervicali e che perciò si fa spesso massaggiare da massaggiatrici professioniste?

Un viaggio a tappe



Il numero 226 di Frigidaire è già in viaggio per le edicole dove lo troverete a partire da sabato 3 luglio per tutto il mese di luglio e agosto. E’ un bel fascicolo di 20 pagine tabloid a colori pieno di idee, fumetti, satira e reportage. Una controprova della vitalità e della freschezza della nostra nuova serie popolare d’élite. Il primo uscito a giugno sembra essere andato decisamente bene, anche se non abbiamo ancora dati di vendita e nemmeno proiezioni attendibili. Ma la reazione di tutti quelli che l’hanno letto è stata positiva e talvolta entusiasta. Il problema è che i giornali, per funzionare, devono avere un’anima e Frigidaire, per la sua radicale sincerità di racconto e la sua totale libertà di invenzione, ce l’ha. D’altra parte viviamo tempi difficili, tra minacce di censura sul web e sulla stampa e un regime sempre più grigio cupo. Mentre dal mondo continuano ad arrivare notizie di guerre e mutamenti epocali, le uniche notizie interne sono notizie di reato che investono questo o quel ministro

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