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Diventare cittadini della Repubblica di Frigolandia è facile. Basta acquistare il Passaporto annuale che costa 100 euro e avrete diritto a: 1) Sette giorni (anche non consecutivi) di soggiorno gratuito nella Repubblica di Frigolandia 2) Abbonamento Annuale Sostenitore alle nostre due speciali riviste a/periodiche Frigidaire e Il Nuovo Male 3) Due Regali Originali da scegliere tra quelli elencati sulla pagina “Abbonamenti” |
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Tutte le riviste e gli albi che hanno fatto la nostra incredibile storia:
Frigidaire, Cannibale, Il Male, Frìzzer, Vomito, Tempi Supplementari, Il Lunedì della Repubblica, Il Nuovo Male, La Piccola Unità, gli Albi, e inoltre le T-shirt e i Poster storici.
Una guida completa per chi vuole acquistare e leggere i reportage, i fumetti e i racconti, della rivista d'arte più rivoluzionaria e allegra del mondo.
Copertine e prezzi. |
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Aveva piovuto il giorno prima e ha piovuto il giorno dopo, ma per il No B-day Mister Padreterno, che è assai più potente di Mister B., ha deciso di inviare su Roma una bella giornata di sole. Cielo azzurro intenso a far da sfondo alle migliaia di bandiere viola, bianche, rosse e verdi, agli striscioni e alle sciarpe arcobaleno. Gli organizzatori hanno detto che eravamo un milione, un po’ esagerati, certo ubriachi di felicità, la Questura ha giocato al ribasso contando 90 mila partecipanti. Io dico che eravamo alcune centinaia di migliaia e mi fermo lì, perché in questi casi, aggiungo, conta quasi più il voler esserci che l’esserci, e in questo senso il milione è stato ampiamente superato. Ma questa ridicola guerra di cifre non conta niente. Quello che conta è la partecipazione spontanea di tantissime persone, giovani in primo luogo, ma anche anziani, famiglie, gente che non “fa politica”, venuti sull’onda di un entusiasmo e di una voglia di protagonismo che fa bene al cuore.
Giovedì 26 novembre, come promesso e annunciato, si è celebrato a Frigolandia il Thanksgiving day, giorno del ringraziamento e della riconciliazione, festa in memoria dell’accoglienza dei nativi americani ai pellegrini del Mayflower nel 1621. Sono arrivati dall’Umbria e da molti luoghi d’Italia amiche e amici, giovani e anziani, artisti e medici, musicisti e cantanti, poeti e commercialisti. Non erano una folla sterminata, ma un’allegra compagnia di sostenitrici e sostenitori, cittadine e cittadini immaginari, semplici simpatizzanti di Frigolandia e giovani “che avevano fatto un sogno”. E mentre già le numerose e saporite zuppe di fagioli venivano distribuite, arrivavano tante telefonate anche da amici e amiche che sono dovuti restare al lavoro (è la prima volta che in Europa si festeggia – per ora solo a Frigolandia - il Thanksgiving day). Tutti si sono dichiarati felici per la saggia e giusta decisione del giudice di Spoleto che ha sospeso l’assurdo sfratto esecutivo ottenuto in contumacia dal Comune.
Ieri, 24 novembre, è finalmente arrivata la decisione del giudice in merito alla nostra richiesta di sospensione dello sfratto di Frigolandia. Decisione a noi favorevole che conferma la sostanziale irregolarità di un provvedimento ottenuto dal Comune con l’inganno di notifiche inviate a un vecchio indirizzo dove non c’è quasi mai nessuno. D’altra parte i canoni scaduti (per colpa delle promesse da marinaio dell’ineffabile sindaco demofascista Paolo Morbidoni) sono stati tutti saldati e il giudice ha giustamente considerato lo sgombero per una morosità inesistente un atto da evitare. Tutto è comunque rinviato a marzo 2010, per cui la campagna per bloccare le stolte manovre comunali prosegue. Dunque invitiamo chi non l’ha ancora fatto a firmare il nostro appello. Naturalmente domani 26 novembre festeggeremo (con la promessa zuppa di fagioli, musiche e discorsi) il nostro Thanksgiving day, che sarà certamente una bella festa alla faccia di chi ci odia senza ragione, forse animato da interessi speculativi inconfessabili o solo dalla stupidità che è la vera pandemia italiana.
Il 26 novembre 2009 si celebra negli States il "Thanksgiving day", il giorno del ringraziamento. La festa ricorda l’odissea del Mayflower, un battello carico di 102 profughi che nel 1621 vagò per mesi nelle tempeste atlantiche prima di approdare sulle coste americane. Accolti amichevolmente dagli indigeni, che li saziarono di fagioli, i migranti decisero di festeggiare l’avvenimento in un giorno speciale che chiamarono Thanksgiving day. In seguito nel 1863 il presidente Abramo Lincoln stabilì che questa festa si celebrasse nell’ultimo giovedì del mese di novembre, che quest’anno cade appunto il giorno 26. Ora, per una di quelle coincidenze che appassionano gli studiosi di misteri, è proprio il 26 novembre 2009 il giorno ultimo fissato dal Comune di Giano per il suo attacco a Frigolandia. In quella data, ci intima un recente atto giudiziario tanto provocatorio quanto immotivato, dovremmo lasciare la repubblica immaginaria che con fatica e sacrifici abbiamo creato qui in Umbria e con essa cancellare il sogno/realtà del Museo/Laboratorio dell’Arte Maivista.
Frigolandia (letteralmente la “terra della rivista Frigidaire”) è un centro di arte e comunicazione nazionale ed internazionale, la Prima Repubblica Marinara di Montagna, Città-Museo-Laboratorio dell’Arte Maivista, luogo di ricerca, studio e produzione artistica ed editoriale.
Frigolandia si trova all’interno del parco de La Colonia, regolarmente preso in concessione nel 2005 dal Comune di Giano dell’Umbria in seguito all’accettazione integrale dei termini di un bando pubblico andato in precedenza più volte deserto. Gli edifici esistenti nel parco (una ex colonia di balilla) sono stati restaurati a spese di Frigolandia, senza alcun sostegno pubblico, con la partecipazione di centinaia di giovani volontari. E’ stato anche trasferito da Roma a Giano dell’Umbria l’intero archivio di disegni, quadri, sculture, libri, riviste, fotografie ecc. della rivista Frigidaire, realizzando sul posto mobili d’arte e strutture lignee speciali per gli archivi, la Sala-Museo ecc.
Complessivamente dall’inaugurazione del 25 aprile 2006 ad oggi hanno visitato e spesso prestato la loro opera a Frigolandia oltre cinquemila persone provenienti da tutte le regioni italiane, ma anche da molti paesi europei ed extraeuropei.
Con un’iniziativa giudiziaria condotta in modo semiclandestino, usando per le notifiche un vecchio indirizzo legale dove non c’è mai nessuno, la giunta “democratica” del Comune di Giano dell’Umbria ha chiesto (e ottenuto a nostra insaputa!!!) lo sfratto di Frigolandia (terra di Frigidaire e Prima Repubblica Marinara di Montagna) dal Parco della Colonia (affittato nel dicembre 2005 con tanto di fidejussione a garanzia). La notizia ci è arrivata a cose “fatte”… con un atto di precetto finalmente notificato nella vera sede di Frigolandia, che è stata ed è sempre aperta. Bisogna anche precisare che il “ritardo” nel pagamento dei 9.000 euro scaduti è stato causato dalla originaria promessa (mantenuta solo nel 2006) di un aiuto comunale a Frigolandia pari almeno all’affitto annuo… Eravamo insomma in attesa di un sostegno amichevole dopo la vittoria della lista “democratica” alle elezioni comunali e ci siamo trovati lo sfratto! Ma perché questa apertura di ostilità? Quali sono le reali intenzioni degli amministratori gianesi?
Dopo l’Assemblea Generale dell’ONU, i 20 cosiddetti “grandi” si sono riuniti a Pittsburg per decidere cosa fare del mondo. Questi “grandi” sono, come si sa, i capi dei paesi più industrializzati, quelli con il Pil più alto, in feroce concorrenza tra loro per diventare sempre più “grandi”.
Il Presidente degli Usa Obama, il più simpatico tra loro, ha indicato gli obiettivi da perseguire: il disarmo nucleare, la difesa del pianeta dalla distruzione dovuta all’effetto serra, un nuovo ordine della finanza internazionale che metta al riparo da crisi future. Tutti hanno detto di condividere le sue parole. Ma nella pratica cosa possono fare, cosa fanno davvero questi “grandi”? Quasi niente. Per una ragione semplice: la capacità di governo di questi “grandi” è minima, capi e presidenti sono assai più i rappresentanti formali dei popoli che la loro guida effettiva. Essi cavalcano una tigre che va dove gli pare: l’economia capitalistica. Il governo mondiale è dunque un’illusione anche più di quanto non sia un’illusione il governo locale.
Vittorio Feltri, ex direttore dell’orrendo Libero (finito nelle mani dell’orrendo Maurizio Belpietro) adesso (per la seconda volta) direttore del Giornale, è una personaggio certamente spregevole e lo si sa da tempo. Prima era uno dei più assidui tirapiedi di Montanelli al Giornale (quando anche Montanelli prendeva i soldi da Berlusconi, ovvero prima della “discesa in campo” del Biscione), poi ne è diventato l’indegno erede, quando Montanelli fondò la Voce e lui restò al soldo di Mister TV.
Feltri è un giornalista falso, furbo e cattivo, ma con la faccia seria da consumato protagonista di talkshow. Nelle ultime settimane questo individuo, pseudogiornalista goebbelsiano, killer di verità e di buongusto, si è distinto perché, su mandato del suo boss, ha prima costretto a dimettersi il direttore dell’Avvenire Boffo accusandolo nientemeno… che di “omosessualità”, poi si è scagliato contro il “traditore” Fini minacciando di rivelare scandali che lo riguardano (e beccandosi una querela di cui non gli frega niente, visto che a difenderlo è il suo padrone).
Negli ultimi anni, morto il buon Woytila, con il pontificato Ratzinger sta avvenendo nella Chiesa una lenta, ma sensibile modificazione in peggio.
Ciò che è davvero esecrabile è quasi ignorato, ciò che invece è umanamente comprensibile, è messo al centro di condanne e anatemi illogici e contraddittori.
L’ultima flagrante contraddizione si è avuta con la campagna contro la RU486, la pillola del giorno dopo (ma è un giorno che si prolunga per diverse settimane). Si tratta di un metodo abortivo meno invasivo e drammatico di quelli praticati attualmente. Rispetto alla attuale legge italiana l’introduzione di questa pillola non cambia dunque l’esistenza dell’aborto che era e resta legale. Perché allora mobilitare contro questa particolare tecnica abortiva le armate celesti e i buttiglioni di cortile? Forse l’aborto con pillola è più grave dell’aborto chirurgico? Un fenomeno ugualmente curioso accadde un paio d’anni fa quando il Vaticano (e i soliti ultravaticanisti parlamentari, compresi ben noti puttanieri e cocainomani…)
Una bolletta dell’Enel mai arrivata e improvvisamente ci siamo trovati con 607,33 euro da pagare. Un giorno di ritardo per raccogliere il denaro ed ecco, a pagamento effettuato, il buio.
Nel pieno di un pomeriggio di lavoro, mentre già calavano le ombre della sera… plop, il computer spento, il telefono saltato e sostituito con un vecchio modello che non ha bisogno di elettricità. Poco male per le candele, poetiche luci che accompagnano senza affanno la notte calma e dolce, ma per il resto niente comunicazioni con l’esterno, niente internet, niente energia per i tanti, troppi apparecchi domestici cui, di fatto, affidiamo la nostra vita quotidiana (frigorifero, lavatrice ecc.).
E comincia il calvario dei numeri verdi… al servizio dei nostri clienti.
Una, due, tre, quattro telefonate, poi ancora una, due, tre, quattro telefonate per segnalare a persone sempre diverse l’ingiusto taglio. Fax spediti avventurosamente da tabaccherie e giornalai, con documentazione di avvenuto pagamento.
E le voci
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