FRIGIDAIRE
IL NUOVO MALE
VINCENZO SPARAGNA
FRIGOLANDIA
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FRIGOLANDIA: Museo e redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE, rivista di satira diretta da Vincenzo Sparagna. Coordinamento e grafica Maila Navarra
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Guido Sacerdoti

Da una piccola nota nella rubrica funeraria di Repubblica vengo a sapere con ritardo che il 24 luglio scorso è morto a Napoli Guido Sacerdoti. Guido, primo bambino ebreo a nascere nella Napoli liberata del 1945, era da diversi anni Presidente della Fondazione Carlo Levi Guido Sacerdoti in un ricordo di Vincenzo Sparagna, direttore delle riviste Frigidaire e Il Nuovo Male mensile indipendente di satira e idee(il fratello di sua madre e autore, tra l’altro, di “Cristo si è fermato a Eboli”) e si occupava di organizzare mostre, eventi e incontri per non far dimenticare ai giovani la grande tragedia dell’Olocausto. Laureato in Medicina, lavorava come professore di Allergologia e Immunologia Clinica nella Seconda Università di Napoli, era anche pittore (come lo zio Carlo) e appassionato di Jazz. Ma non sono queste sue qualità adulte a spingermi a scrivere di lui, bensì il ricordo vivissimo di Guido, compagno adolescente che ho frequentato a Napoli negli anni ’60 e che poi ho perso di vista. Nell’esiguo gruppo dei giovani più impegnati a pensare (sognare forse) un futuro diverso in una Napoli ancora democristiana e laurina (quella delle Mani sulla città) Guido era una figura singolare e insostituibile. Pur militando in un PCI che già alcuni di noi criticavano radicalmente da sinistra, ci appariva per la sua sincerità, cultura e mitezza, un fratello di lotta e di pensiero. La sua era una maturità precoce

Il tempo dell’estate

Se si guarda un orologio il tempo ha un ritmo regolare. Un’ora è uguale a un’ora, un minuto a un minuto. Ma l’orologio è una nostra invenzione per dare una misura all’invisibile scorrere del tempo. Oltre quella misura c’è la nostra percezione e tutti sappiamo che certe ore sono brevi come la felicità REPUBBLICA di FRIGOLANDIA, redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Vignetta di Giuseppe Del Buono, pubblicata su IL NUOVO MALE n.15 di luglio-agosto 2013e certi minuti lunghi come la sofferenza. Anche nella nostra memoria il tempo si presenta diverso. I lunghi inverni che non passano mai, scanditi dalla fatica e dalle difficoltà quotidiane, sono appena delle ombre quando ci pensiamo. Mentre la breve estate al mare o in montagna, le cui ore sono volate tra cene e amori, prende, anno dopo anno, una dimensione mitica, quasi che tutta la nostra vita si riassumesse in quei giorni di gioia. Questo tempo dell’estate, in realtà così fugace e leggero, è infatti quello più denso e incancellabile nel ricordo. Perché la nostra mente ha bisogno di spazio, di libertà, di felicità e l’estate, anche se, a causa del lavoro, dura solo una o due settimane, ci appare come un luogo spirituale pieno di eventi straordinari. Ogni nuova amicizia sembra un’apparizione, il mare è pieno di isole del tesoro, nei boschi danzano le ninfe, la più semplice collina è una montagna incantata. Credo che dovremmo far tesoro di questa differenza

Il ladro di Arcore

Dopo venti anni di rinvii, furberie, prescrizioni, eserciti di avvocati strapagati e il/legittimi impedimenti, la trincea costruita da Silvio Berlusconi per restare (almeno formalmente) impunito è crollata. La sentenza della Cassazione del 1 agosto 2013 ha reso definitiva la sua condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale (lo stesso reato che permise di beccare Al Capone). REPUBBLICA di FRIGOLANDIA, redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Vignetta di Cecigian, pubblicata su IL NUOVO MALE n.5Ora dovrebbe essere cacciato dal Senato (visto che la condanna supera i due anni) e passare un anno agli arresti domiciliari (gli altri tre sono cancellati dall’indulto del 2006). Ma c’è pure la condanna a 7 anni (con interdizione perpetua dai pubblici uffici) già decretata in primo grado per l’affare Ruby. E infine ci sono ancora da celebrare i processi per la compravendita dei parlamentari, per le testimonianze false ecc. Insomma il ladro di Arcore, l’uomo che ha imbrogliato, ipnotizzato e imbarbarito gli italiani rubandogli non solo i soldi, ma la stessa coscienza e dignità, sembra in trappola. Ma attenzione a non farsi ingannare dalle apparenze. Non solo perché è un delinquente astuto, ma perché a difenderlo ancora oggi – per interesse e affinità - c’è tutta la criminalità politica ed economica di questa povera e martoriata Italia, televisioni, giornali e giornalisti che campano grazie ai suoi soldi, mafie senza scrupoli e senza frontiere, fascisti col fascio e senza fascio. E c’è

Chi ascolta chi?

Una delle cose che più inquietano non solo in Italia è la totale sordità del sistema della grande comunicazione. Quello che una volta era il dibattito culturale, il confronto e lo scontro delle idee, si è trasformato in un penoso spettacolo televisivo o paratelevisivo, che riguarda un circolo ristretto di soggetti. I partecipanti con diritto di parola sono selezionati in base a logiche arbitrarie e soprattutto clientelari. Sui giornali maggiori dominano gli editorialisti che si punzecchiano reciprocamente REPUBBLICA di FRIGOLANDIA, redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Vignetta di Frago, pubblicata su IL NUOVO MALE n.11con lo scopo poco nobile non di ragionare tra loro, ma solo di ottenere il consenso di chi li legge. In televisione gli attori di questa singolare commedia sono sempre gli stessi, viaggiano da Porta a Porta a Ballarò, da Agorà a Quinta Colonna, dall’Ultima Parola alla Guerra dei Mondi, passando per allegri pomeriggi sui canali 1,2,3,4,5 ecc. Qua e là affiora, quasi a sorpresa, qualche presenza insolita di puro contorno. Tanto più che la TV trasforma ogni dialogo in uno scontro personale che ha l’unico scopo di ingraziarsi gli spettatori.


L’informazione è ridotta in quel contesto a pillole superficiali e inverificabili che non lasciano tracce. Questa degenerazione contagia purtroppo anche le ultime isole di stampa libera, prigioniere di un’attualità culturale imposta dall’alto. Il risultato è che quasi tutti ignorano le realtà minori, che restano tristemente sommerse. L’opacità generale ha un effetto indiretto anche

Ghiaccio bollente

Circola su internet un appello per salvare il pianeta dalla catastrofe ecologica, che si avvicina sempre più. A quanto pare la scienziata Julienne Stroeve, da tempo studiosa dell’Artico, ha verificato che la velocità con cui il ghiaccio del polo Nord si sta sciogliendo sia molto maggiore di quanto si pensasse. Questo produrrà in pochi decenni, forse anche meno, un innalzamento del livello degli oceani e uno stravolgimento nell’intero sistema marino, correnti e fauna ittica compresa. REPUBBLICA di FRIGOLANDIA, redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Vignetta di Giuliano, pubblicata su FRIGIDAIRE n.243Si avvicina insomma quel punto di non ritorno che da sempre spaventa gli studiosi dell’ambiente, poiché renderebbe vane anche le scelte più radicali. Il paradosso è che mentre cresce l’urgenza di una svolta nelle politiche ambientali i governi dei maggiori paesi inquinanti siano impegnati su tutt’altro fronte. Sembra quasi che la politica mondiale viva su un altro pianeta. L’occhio di tutti rimane fisso sullo sviluppo, sulla concorrenza, sull’economia, per non parlare delle guerre che insanguinano e avvelenano tante parti del mondo. Un fenomeno che investe anche la comunicazione, interamente assorbita dall’oggi, quasi che il futuro non esistesse. Pure nelle infinite e insopportabili chiacchiere sulle nuove generazioni e il lavoro che non c’è, si dimentica completamente che il cancro che sta divorando la vita di tutti è l’accumulazione di profitto e il dominio assoluto del mercato. Servirebbe un capovolgimento totale di punto di vista. Ci sono da fare tantissime cose

La rivoluzione non è finita

Il 14 luglio del 1789, esattamente 224 anni fa, il popolo di Parigi in rivolta assaltava la Bastiglia e la riduceva in cenere. La fortezza, posta nel cuore della capitale francese, era l’odiata prigione politica dell’ancièn régime e il giorno della sua caduta è la data simbolo della Rivoluzione Francese. In Francia è festa nazionale, in Italia lo ricordano con una loro festa originale i cittadini della immaginaria REPUBBLICA di FRIGOLANDIA, fondata da FRIGIDAIRE a Giano dell’Umbria. La nostra non è solo una celebrazione, è un atto simbolico, una indicazione di REPUBBLICA di FRIGOLANDIA, redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE. Vignetta di Ugo Delucchi, publicata su IL NUOVO MALE n.3continuità, poiché, come abbiamo scritto molte volte su FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE, la vecchia Bastiglia non c’è più, ma tante nuove Bastiglie ci minacciano. Alcune sono carceri peggiori dell’originale, si pensi a quella extraterritoriale di Guantanamo, ma la maggior parte sono prigioni invisibili in cui siamo risucchiati come molluschi catturati dai tentacoli di un polpo gigante. Queste nuove Bastiglie si chiamano mercati, istituzioni finanziarie, multinazionali, G7-8-20. Oppure sono ideologie laiche e religiose che rendono schiavi i loro seguaci. Rispetto al nero castello merlato in cui era segregato il perverso e geniale marchese De Sade, le attuali cittadelle del male hanno un aspetto asettico, astratto, postmoderno, spesso anche invitante. Il loro fondamento brutale è dissimulato, la violenza sembra un involontario effetto collaterale, la guerra viene chiamata pace ecc. La verità è che nel 1789 la rivoluzione contemporanea è solo cominciata. Dopo due secoli

Il nostro Paz

Il 16 giugno del 1988, 25 anni fa, moriva di overdose da eroina Andrea Pazienza, uno dei fondatori (con me, Stefano Tamburini, Filippo Scozzari, Massimo Mattioli e Tanino Liberatore) di Frigidaire. Andrea era un genio, un artista curioso di ogni forma di creazione e di pensiero, un disegnatore eccezionale e un narratore a fumetti senza eguali. Oggi tutte queste sue qualità sono ben note e giustamente celebrate. Eppure quando era vivo e lavorava con me fianco a fianco in redazione Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna. Foto del 1985, nel giardino della redazione di FRIGIDAIREla situazione era molto diversa. La stima e l’affetto dei lettori, le innovazioni formali e l’espansione europea di Frigidaire, la nostra (mia e sua) beffarda invenzione dell’Arte Maivista su Frìzzer, non impedirono che la persecuzione giudiziaria e politica contro Frigidaire diventasse nel 1985 un vero e proprio tentativo (purtroppo riuscito) di strangolamento economico. La commissione editoria presieduta dal socialista Giuliano Amato cancellò infatti con un atto arbitrario centinaia di milioni di lire che ci spettavano. La stampa di regime, i partiti, gli intellettuali, il mondo editoriale e politico restò indifferente. Cominciò da allora per noi un lunghissimo ciclo di povertà e sacrifici inenarrabili. Il gruppo di autori che, grazie a Frigidaire, aveva reso egemone un nuovo stile italiano su scala internazionale venne disperso e polverizzato e dovemmo reinventarci e rinascere mille volte per non venire cancellati. Poi, qualche tempo dopo la morte di Paz,

La seconda primavera araba

L'esplosione della rivolta in Turchia contro Erdogan, partita dalla difesa del parco Gezi di Istambul e dall’occupazione di piazza Taksim, è stata paragonata alle primavere arabe di due anni fa, ma si tratta di fenomeni molto diversi. Il confronto andrebbe fatto con la contemporanea protesta popolare contro il regime islamico egiziano del presidente Morsi e dei Fratelli Musulmani. Perché non si tratta più, in Egitto come in Turchia, IL MALE, mensile di satira e idee, diretto da Vincenzo Sparagna. Vignetta di Giuliano, pubblicata su IL NUOVO MALE n.12 (febbraio 2013)della ribellione contro regimi corrotti condotta congiuntamente da forze laiche e religiose, ma degli sviluppi di un processo globale che sta consumando l’illusione di uno Stato islamico panacea dei mali sociali. Era stato proprio Erdogan a sostenere con più energia Morsi, eppure oggi entrambi devono fronteggiare ribellioni politiche e civili non più attraversate da miti religiosi. In Egitto la rivolta giovanile contro la dittatura di Mubarak si è trasformata rapidamente in protesta di massa contro il governo integralista dei Fratelli Musulmani. In Turchia la pesante svolta islamista imposta da Erdogan insieme all’accelerazione dello sviluppo capitalistico ha unito il proletariato precario diffuso e le organizzazioni dell’estrema sinistra a quella parte assai ampia della società che non vuole rinunciare alla tradizionale laicità dello Stato turco. In un certo senso queste ribellioni parallele ricordano la “rivoluzione permanente” di cui discettava Trotski in tempi e contesti diversissimi. Dimostrano infatti che

Fatto di Coppia

Sabato 1° giugno 2013 si celebra nel parco della Repubblica di Frigolandia il primo matrimonio frigolandese. Gli sposi sono Andrea Scaccetti (27 anni) e Sabrina Greco (23 anni), due persone di grande sensibilità e intelligenza che hanno pensato di rendere pubblico il loro amore senza alcun rito religioso o civile. REPUBBLICA di FRIGOLANDIA: redazione di FRIGIDAIRE e de IL Nuovo MALE, mensile di satira e idee, diretti da Vincenzo Sparagna. Illustrazione di Edoardo Cucciarelli, pubblicata su Il Nuovo MALE n.14 (maggio 2013)Hanno battezzato l’evento “fatto di coppia” in rovesciamento e parodia delle famose “coppie di fatto”, le cui irrisolte modalità giuridiche sono da anni motivo di noiosi quanto sterili dibattiti. La promessa d’amore avverrà in forme semplici, con una cerimonia originale ispirata alle antiche nozze contadine, tra cibi naturali, musiche, balli, poesie e sorprese. Il “fatto di coppia” di Andrea e Sabrina sarà sancito ufficialmente da me, Vincenzo Sparagna, nella mia veste di Presidente della Repubblica di Frigolandia, alla presenza di centinaia di testimoni. La scelta di sposarsi a Frigolandia, ovvero di fare un matrimonio immaginario in una Repubblica immaginaria, corrisponde per i due giovani a una visione gioiosa e positiva della reciproca responsabilità dei coniugi, la cui unica radice duratura è la sincerità dei cuori. Del resto questo matrimonio senza carte da bollo, pur essendo il primo che si svolge nella fantastica cornice di Frigolandia,

I cento giorni di Letta e Alfano

Da qualche tempo i governi promettono di realizzare mutamenti decisivi già nei loro primi cento giorni. Una regola cui non si è sottratto nemmeno l’attuale esecutivo italiano delle larghe intese. L’espressione “cento giorni” viene direttamente dal 1815. È il periodo che corre dal 20 marzo, giorno in cui Napoleone, fuggito dall’isola d’Elba, arrivò FRIGIDAIRE, vignetta di Giulianoa Parigi per tentare la rivincita sulla Santa Alleanza, all’8 luglio dello stesso anno, quando Luigi XVIII si re/insediò sul trono di Francia mentre Bonaparte veniva esiliato a Sant’Elena. I cento giorni furono dunque un breve ciclo di intensa mobilitazione (Napoleone riorganizzò in un lampo l’esercito e affrontò le armate nemiche) che si concluse tuttavia con la sconfitta dei patrioti francesi da parte di prussiani, inglesi, austriaci e russi coalizzati sotto le bandiere della Restaurazione. Oggi la situazione è ben diversa. Prima di tutto i napoleoni nostrani non suscitano la stessa ondata di entusiasmo che accompagnò il ritorno del grande còrso, anzi galleggiano tra la diffidenza e l’odio di gran parte della popolazione. In secondo luogo il nemico non sono gli eserciti del Congresso di Vienna o, come vaneggia qualcuno, la signora Merkel (!!), ma una crisi strutturale del sistema capitalistico che non può essere vinta a colpi di cannone. Infine il loro attivismo è agli antipodi di quello di Napoleone: è fatto di meschine

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